La Regione dica se vuole aderire alla richiesta già avanzata da altre Regioni del Bacino padano al governo di procedere all’approvazione e all’attuazione del Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria individuando misure di competenza statale che in tempi rapidi definiscano soluzioni alternative al blocco strutturale dei veicoli alimentati a Diesel di categoria Euro 5.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Tommaso Fiazza (Lega) che ricorda come “altre Regioni facenti parte del Bacino Padano hanno già approvato atti di indirizzo tesi a chiedere al Governo italiano di procedere all’individuazione e all’approvazione di misure di competenza statale alternative al blocco strutturale dei veicoli alimentati a Diesel di categoria Euro 5 e le stesse Regioni hanno inoltre chiesto al Governo italiano di aprire un dialogo con la Commissione europea per discutere e valutare l’adeguatezza e le tempistiche imposte dagli standard UE per il raggiungimento dei livelli di qualità dell’aria, nonché di evidenziare la necessità di sostenere la transizione ecologica e ambientale mediante l’implementazione di nuove risorse economiche destinate al perseguimento degli obiettivi specifici di miglioramento della qualità dell’aria, da declinarsi negli appositi strumenti di pianificazione”.
“Il decreto sui Diesel Euro 5 è stato approvato dal governo Meloni nel 2023, ossia quando era in carica da un anno, e l’emendamento della Lega non chiede di abolire queste norme, ma di rinviarle di un anno, ovvero tra un anno saremmo di nuovi qui e tenete presente che tutto parte da una sentenza. I Presidenti di Veneto, Lombardia e Piemonte non hanno chiesto l’annullamento della norma nazionale a cui noi dobbiamo rispondere, ma si sono complimentati per l’intenzione annunciata dal Governo di rivedere la norma generale. E’ arrivato il momento che i consiglieri di opposizione di centrodestra si assumano le loro responsabilità: scrivano al governo, non alla Regione”, è la risposta dell’assessore Irene Priolo che ricorda come “la Regione in questi anni ha fatto le proprie politiche per la qualità dell’aria; peccato che non ci siano risorse statali sufficienti. Avevamo, come Regioni del bacino padano, chiesto 2,5 miliardi di euro che non ci sono arrivati. E’ arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’inquinamento del bacino padano deve diventare un’emergenza nazionale e dare il via a un serio confronto per capire quali misure alternative certificate si possono mettere in campo. Tocca quindi al governo mettere mano alle norme e venire incontro concretamente alle Regioni prevedendo anche fondi adeguati e non i soli 260 milioni per tutte le Regioni che si affacciano sul bacino padano”.
Parole alla luce delle quali Fiazza si è detto insoddisfatto.
(Luca Molinari)



