Sanità e welfare

Bologna, FI: “Pipe gratuite a chi fa uso di crack, Regione dica se era stata informata”

Nell’atto ispettivo, firmato da Pietro Vignali e Valentina Castaldini, si chiede alla Regione “se fosse stata preventivamente informata dell’iniziativa assunta dal comune di Bologna e se ritiene tale sperimentazione conforme agli indirizzi regionali e nazionali in materia di prevenzione e contrasto delle dipendenze”

Il progetto sperimentale del Comune di Bologna, consistente nella distribuzione gratuita di circa 300 pipe in alluminio destinate a persone che fanno uso di crack, è oggetto di un’interrogazione in commissione, presentata dai consiglieri di Forza Italia Pietro Vignali (primo firmatario) e Valentina Castaldini. 

“L’iniziativa – spiegano i consiglieri – è stata giustificata dall’amministrazione comunale come misura di riduzione del danno, finalizzata a limitare i rischi sanitari derivanti dall’impiego di strumenti di fortuna, ma ha suscitato forti perplessità e critiche sia a livello politico sia nell’opinione pubblica, in quanto potenzialmente percepita come incentivo all’uso di sostanze stupefacenti”.

“Ad oggi – proseguono Vignali e Castaldini -, secondo le rilevazioni AUSL, risultano circa 518 utenti in carico ai Sert per consumo di crack, con età media intorno ai 40 anni. Parallelamente, le principali associazioni e comunità terapeutiche, che operano in Italia nel campo delle dipendenze, basano la propria azione su percorsi di recupero, reinserimento sociale e prevenzione, ponendo in secondo piano strumenti che possano essere interpretati come facilitazioni al consumo”. Forza Italia rileva anche che la Regione ha responsabilità primaria in materia di programmazione e indirizzo delle politiche sociosanitarie “comprese quelle riguardanti la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche” e ritiene pertanto “necessario chiarire in quale misura iniziative autonome da parte di un Comune, come la distribuzione gratuita di strumenti destinati al consumo di sostanze stupefacenti, rientrino nell’ambito delle competenze istituzionali e nelle linee di indirizzo regionale e nazionale”.

Nell’atto ispettivo si chiede perciò alla Regione “se fosse stata preventivamente informata dell’iniziativa assunta dal comune di Bologna e con quali modalità e se ritiene tale sperimentazione conforme agli indirizzi regionali e nazionali in materia di prevenzione e contrasto delle dipendenze”. Inoltre, si chiede di sapere “se siano state svolte analoghe sperimentazioni dalla Regione Emilia-Romagna o dalle aziende sanitarie e a quali risultati abbiano portato e quali azioni si intendano intraprendere per continuare a promuovere principalmente percorsi di prevenzione, recupero, cura e reinserimento sociale, in collaborazione con le associazioni e comunità terapeutiche presenti sul territorio”.

(Brigida Miranda)

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