Chiarire su quali evidenze o protocolli scientifici sia basata la sperimentazione avviata dal Comune di Bologna, che prevede la distribuzione gratuita di 300 pipe per fumare il crack, e se tale sperimentazione veda un coinvolgimento diretto dell’Ausl territorialmente competente. È uno dei quesiti che il consigliere della Lega, Tommaso Fiazza, sottopone alla giunta attraverso un’interrogazione.
Più nel dettaglio, il consigliere chiede “se la regalia di una pipa sia un valido strumento per la riduzione del danno, nonché per l’avvio di percorsi terapeutici da parte degli assuntori” e se tali sperimentazioni siano in atto anche in altre province della regione.
Infine, entrando nel dettaglio del territorio della provincia di Parma, Fiazza sollecita la giunta affinché fornisca numeri dettagliati sui consumatori di crack presi in carico nel 2022, 2023 e 2024 dall’Ausl di Parma, su quelli per i quali siano stati avviati percorsi terapeutici e su quelli che abbiano completato con successo tali percorsi.
“Il Comune di Bologna parla di politica di riduzione del danno – spiega Fiazza – sostenendo, così come affermato dall’assessore al welfare, che la distribuzione gratuita di pipe in alluminio da parte di operatori porterebbe a intercettare i consumatori della sostanza, ne ridurrebbe il consumo e contrasterebbe l’insorgere di patologie secondarie, causate dall’utilizzo di materiali improvvisati”. Tuttavia, prosegue il consigliere leghista, “tale atteggiamento renderebbe le istituzioni complici degli spacciatori”, ricordando come anche il noto sociologo e psichiatra Paolo Crepet si sia dichiarato contrario a tale sperimentazione affermando: “Se un Comune dice che l’unica cosa da fare è questa e non, per esempio, contrastare i pusher, ha già perso”.
Fiazza evidenzia come la sperimentazione sia stata avviata anche a Reggio Emilia, dove è stata creata una stanza del crack aperta quattro ore al giorno, sei giorni su sette in zona stazione per “decomprimere” le crisi da astinenza da crack. “Un’altra accettazione del danno, più che una riduzione della dipendenza, che viene vista come fatto compiuto, senza percorsi seri di recupero, prevenzione e sicurezza: come se le crisi di astinenza si potessero programmare in finestre temporali o in orari di ufficio”, critica Fiazza. Sperimentazioni analoghe sono state avviate anche dalle Ausl di Piacenza e di Parma, tramite i loro SerDP (Servizio dipendenze patologiche).
Da qui l’interrogazione alla giunta regionale alla quale si chiede, nel complesso, una valutazione in merito a tali sperimentazioni e in particolare “se ritenga che la distribuzione gratuita delle pipe possa considerarsi un valido deterrente, a fronte dei crescenti fenomeni di microcriminalità e violenza legati al consumo di questa sostanza stupefacente”.
(Brigida Miranda)



