In merito alla profonda crisi della Cassa di Risparmio di Ferrara (Carife), uno degli istituti di credito interessato dal decreto “Salva banche” del Governo, la Giunta regionale “si attivi nei confronti dell’Esecutivo per il ristoro di tutti gli obbligazionisti danneggiati, in accordo con l’Unione europea, per sensibilizzare il management della nuova banca e i futuri acquirenti a riconoscere agli ex azionisti nuovi warrant e per varare, nei territori colpiti dalla crisi della banca, nuovi strumenti di sviluppo”.
È quanto chiedono Paolo Calvano, primo firmatario, Marcella Zappaterra, Stefano Caliandro, Lia Montalti, Luciana Serri e Mirco Bagnari (Pd) in una risoluzione approvata dall’Aula, con un emendamento di Raffaella Sensoli (M5s), grazie al voto favorevole dei gruppi Pd e Sel, mentre si sono espressi contrariamente i gruppi Ln, M5s, Fi e Fdi-An. Respinte, invece, due risoluzioni abbinate, una presentata da Alan Fabbri (Ln) – hanno votato a favore Ln, Fi e Fdi-An, contro Pd e Sel, astenuto M5s – e una a firma Raffaella Sensoli e Andrea Bertani (M5s), che ha visto il sì solo dei 5stelle.
Per il gruppo Pd sono intervenuti Paolo Calvano, che ha sottolineato come l’obiettivo dell’atto di indirizzo sia “sostenere l’azione del Governo impegnato in sede europea a trovare soluzioni favorevoli ai risparmiatori”, e Marcella Zappaterra, che ha ricordato come, agli albori della crisi di Carife, “il Pd sia stata l’unica forza politica a pronunciarsi contro le modalità di gestione della banca”.
Alan Fabbri (Ln) ha rimarcato come il “decreto salva banche” del Governo “abbia di fatto scippato azionisti e obbligazionisti ferraresi dei loro risparmi”. La Ln, ha aggiunto il capogruppo, è stata la prima forza politica a battersi “affinché tutti i risparmiatori siano risarciti, tutte le responsabilità del default della banca, in capo al management, a Banca d’Italia e anche al Governo, siano accertate e perseguite, e vengano promosse dalla Regione e dal Governo misure straordinarie di sostegno al territorio come quelle post sisma”.
Raffaella Sensoli (M5s) ha liquidato la risoluzione del Pd come “un tentativo di salvare la faccia dopo aver messo in ginocchio 32 mila risparmiatori in un territorio già pesantemente colpito da crisi aziendali, una su tutte quella della Coop Costruttori, e dal terremoto”. Se ci sono i fondi, ha concluso la consigliera, “è doveroso risarcire tutti i risparmiatori, in caso contrario si devono fissare priorità e distinguere gli speculatori dai semplici risparmiatori”.
Per Tommaso Foti (Fdi-An) la soluzione al problema del risarcimento dei risparmiatori “va trovata d’intesa con l’Unione europea, ma la debolezza del Governo nei confronti delle istituzioni europee non è di buon auspicio”. In merito alle responsabilità, sarebbe auspicabile “una commissione parlamentare di inchiesta sull’intero sistema bancario italiano e sulle indebite intromissioni nonché colpevoli omissioni di vigilanza della Banca d’Italia”. Il sistema bancario, ha concluso il capogruppo di Fi, “deve tornare a distinguere banche d’affari da banche commerciali”.
(lg)