L’Aula ha respinto, con il voto contrario dei consiglieri Pd e Sel e il voto favorevole di Lega nord, M5stelle, Forza Italia, Fdi-An e Altra E-r, due documenti di indirizzo presentati dai gruppi della Lega e dal M5s a proposito dell’auspicata revoca delle sanzioni commerciali verso la Russia
Illustrata dal primo firmatari, Stefano Bargi, la risoluzione della Lega era stata depositata nell’ottobre scorso. Da allora, gli effetti negativi per le imprese emiliano-romagnole derivanti dalle sanzioni economiche verso la Federazione Russa continuano ad accumularsi. Un dato recente della Cgia di Mestre fa ritenere che l’export italiano sia diminuito di 3,6 miliardi di euro nel solo 2015, e l’Emilia-Romagna è la seconda regione più danneggiata, dopo la Lombardia. I settori più colpiti risultano le esportazioni alimentari, il tessile-abbigliamento, l’ortofrutta e il lattiero caseario.
Con il suo documento, la Lega chiedeva alla Giunta di premere verso il Governo e l’Ue affinché si arrivi a “superare lo strumento sanzionatorio”. Inoltre, chiedeva di istituire, da parte della Commissione europea, “un fondo comune speciale tra gli Stati membri, al fine di ammortizzare parzialmente o totalmente le ingenti perdite riscontrate dagli imprenditori colpiti dalle contromisure russe”. Bargi ha segnalato che si starebbe assistendo anche un drastico calo delle presenze turistiche, affermando che il Pd dell’Emilia-Romagna non ha nemmeno il coraggio di sostenere le pur timide iniziative del premier Renzi, per rivedere la logica infausta delle sanzioni
Il documento era stato sottoscritto anche dai consiglieri Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
L’Aula ha altresì respinto la risoluzione abbinata, presentata nel corso della seduta dal Movimento 5 stelle, primo firmatario Raffaella Sensoli, che impegnava la Giunta a invitare il Governo “ad attivarsi nelle sedi comunitarie affinché l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti della Russia, tenuto conto che rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate”. Sensoli ha detto che occorre operare per ottenere la revoca di sanzioni commerciali che colpiscono duramente l’Italia, ovvero rivedere il sostegno italiano al reiterato regime di sanzioni che colpisce gli interessi nazionali. In altri termini, lo scopo del documento M5s era quello di tutelare gli imprenditori danneggiati, fino a prevedere forme di risarcimento nei confronti delle piccole e medie industrie che dalla politica delle sanzioni stanno subendo i danni maggiori.
La risoluzione era stata sottoscritta anche dai consiglieri Andrea Bertani, Gian Luca Sassi e Giulia Gibertoni.
Il voto contrario del Partito democratico è stato motivato da Giuseppe Boschini. Dal punto di vista strettamente economico, è vero che la Russia è un partner importante, ma è pur sempre il nono in termini di valori assoluti, e non è vero che le sanzioni hanno prodotto una perdita secca, essendosi verificata una almeno parziale ridislocazione delle esportazioni, con i mercati statunitense e cinese che hanno in parte assorbito il segno meno del mercato russo. Ma le ragioni economiche non possono far dimenticare i motivi politici che nel marzo 2014 hanno portato l’Europa a scegliere lo strumento delle sanzioni: il parlamento europeo definì un atto di aggressione quello della Russia nei confronti dell’Ucraina, e questo dato di fatto rende non condivisibili le valutazioni di politica estera contenute nei due documenti all’esame dell’aula. Boschini ha concluso auspicando che in sede multilaterale, Ue e Nato, si pervenga a concludere che la situazione è effettivamente cambiata, e le sanzioni non vengano ulteriormente prorogate.
A favore di entrambi i documenti sono intervenuti Enrico Aimi, Forza Italia, e Tommaso Foti, Fratelli d’Italia-An.
Per Aimi, queste sanzioni confermano come lo strumento in quanto tale non serva a nulla, anzi sia controproducente. A suo parere, sono state volute dalla Germania, senza considerare come l’Ucraina sia divisa da prospettive inconciliabili: una parte vuole riunificarsi alla Russia, un’altra guarda verso Occidente, illudendosi di trovarvi un mercato accogliente. Intanto, rispetto a due anni fa, la politica estera di Putin ha il merito della riconquista di Palmira, e la sua azione appare molto più efficace di quella finora mostrata da Stati Uniti e Nato.
Per Foti, le imprese italiane ed emiliano-romagnole stanno subendo danni rilevanti da scelte inopinate ed inefficaci. La politica delle sanzioni va superata perché fa pagare alti costi alle popolazioni locali e non ai governanti. Ora, a fine luglio scade la proroga delle sanzioni stabilita in sede Ue ed è auspicabile, se non prevedibile, che fra qualche settimana molti gruppi di questa Aula possano convergere nel chiedere che non vengano reiterate.
(rg)