Scuola giovani e cultura

Mastacchi (Rete civica): promuovere iniziative per ricordare Padre Paolino M. Baldassarri

“Nel centenario della nascita e nel decennale della morte del sacerdote bolognese, bisogna valorizzare non solo il suo straordinario impegno missionario, sociale e civile, sia in Italia che in Amazzonia, ma anche il suo ruolo pionieristico nella tutela ambientale della foresta amazzonica e nella difesa dei beni comuni, anticipando temi oggi centrali nell’agenda climatica globale e particolarmente sentiti e promossi anche dal governo della nostra Regione”

La Regione promuova iniziative culturali, commemorative ed educative per ricordare Padre Paolino M. Baldassarri in occasione del decimo anniversario della scomparsa e del centenario della nascita.

A chiederlo, con un’interrogazione è Marco Mastacchi (Rete civica) che spiega come “Padre Paolino M. Baldassarri nacque nato a Quinzano di Loiano, sull’Appennino bolognese, il 2 aprile 1926 ed è deceduto a Rio Branco (Brasile) l’8 aprile 2016: è stato missionario dell’Ordine dei Servi di Maria e ha dedicato oltre sessant’anni della sua vita alla missione nello Stato amazzonico dell’Acre, in particolare a Sena Madureira e lungo i fiumi della regione”.

Mastacchi ricorda che “la sua opera è stata riconosciuta a livello internazionale per la straordinaria dedizione ai più poveri e dimenticati, in particolare alle popolazioni indigene, che ha curato e difeso anche a rischio della propria vita. È stato definito “medico della foresta” per la sua capacità di curare con le conoscenze apprese sul campo, tanto da pubblicare un libro sulle piante medicinali e ricevere la laurea in medicina
honoris causa”.

Il consigliere prosegue nella biografia del sacerdote ricordando che “Padre Paolino M. Baldassarri ha costruito oltre 40 scuole in aree di difficile
accesso, fondato cooperative per sostenere l’economia locale, distribuito medicinali e promosso l’alfabetizzazione, diventando un punto di riferimento per la lotta contro l’analfabetismo e le ingiustizie sociali: ha difeso la foresta amazzonica e i suoi abitanti, opponendosi con determinazione al disboscamento illegale e sostenendo i diritti delle comunità locali e dei seringueiros. Il suo impegno per la tutela ambientale è stato profondo e concreto, ispirato da una visione integrale della giustizia sociale e della custodia del creato, anticipando temi oggi centrali nell’agenda climatica globale, tanto che negli anni ’80, lui e il confratello Ettore Turrini venivano chiamati “le sentinelle della Selva” e “cadaveri ambulanti” per i rischi corsi, ma rifiutavano la scorta per non mettere in pericolo altri”.

(Luca Molinari)

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