La Regione dica se vuole davvero cambiare il calendario scolastico e nel caso, prima di procedere, coinvolga i soggetti interessati come le famiglie, i sindacati delle scuole e gli Enti Locali.
A chiederlo, in un’interpellanza, è Luca Pestelli (FdI) che ricorda come “la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha rappresentato in più occasioni, per tramite dell’assessore competente Isabella Conti, la volontà o comunque l’ipotesi di modificare tali date a partire dal calendario previsto per l’Anno Scolastico 2026/2027, attraverso dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa, come ad esempio il 5 maggio scorso a margine della presentazione
degli Stati Generali dell’infanzia e dell’adolescenza, prevedendo una pausa estiva più breve, anticipando la data di partenza di circa due settimane rispetto al 15 Settembre e posticipando la conclusione a metà del mese di Giugno, con contestuale sospensione delle lezioni nel mese di febbraio”.
Pestelli sottolinea come “una modifica in questo senso del calendario scolastico porterebbe con sé evidenti ripercussioni negative sul settore turistico, attesa la vocazione ricettiva di numerose aree della Regione, con particolare riferimento alla riviera adriatica e più in generale al territorio
romagnolo: la situazione di incertezza creata dalle dichiarazioni rilasciate in merito alla questione rischia di impattare già di per sé stessa negativamente sulle prenotazioni turistiche, a danno dell’intero comparto, con conseguente contraccolpo sull’economia del territorio”.
Per il consigliere ci sarebbero problemi anche sul versante dell’attività sportiva giovanile visto che, spiega, “il calendario scolastico è intimamente collegato a quello delle manifestazioni sportive. La potenziale non coincidenza tra la didattica scolastica e le attività sportive rischierebbe di incentivare ancora di più il fenomeno di abbandono sportivo giovanile – o comunque di intermittenza nelle attività – a cui sono esposte, purtroppo, le nuove generazioni”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere all’esecutivo regionale “se intende effettivamente procedere alla modifica del calendario scolastico regionale nel
senso espresso in premessa e se ritiene, al fine di addivenire a tale scopo, di convocare un tavolo di confronto con enti locali, realtà associative, professionali, sindacali e di rappresentanza impegnate a vario titolo nell’ambito scolastico o sociale/sportivo rivolto ad infanzia e adolescenza”.
(Luca Molinari)



