Chiarire i tempi per la sottoscrizione dell’accordo integrativo regionale che deve declinare i contenuti operativi stabiliti nell’ultimo accordo collettivo nazionale (ACN).
A interrogare la giunta in tal senso è Elena Ugolini (Rete Civica), la quale sottolinea come proprio l’accordo nazionale “abbia istituito il ruolo unico di assistenza primaria, comprendente i medici a ciclo di scelta e quelli ad attività oraria”.
Ribadendo l’essenzialità della figura del medico di medicina generale, Ugolini ricorda come “si registrino attualmente zone carenti e segnali di scarsa attrattività della professione, come dimostrano il recente bando di specializzazione andato deserto e il fatto che il contratto non sia ancora stato rinnovato”.
Nel sottolineare, infine, come “l’attribuzione di ulteriori attività assistenziali ai medici a rapporto orario sia consentita soltanto previa sottoscrizione dell’accordo integrativo regionale, che deve disciplinare modalità, contenuti e valore della quota oraria”, Elena Ugolini chiede il dettaglio su quanti siano i medici di medicina generale a ruolo unico in servizio in Regione, “quante ore settimanali risultino allocate esclusivamente nella continuità assistenziale, quante restino ancora scoperte e quali compiti si intendano assegnare a tali professionisti in attesa della sottoscrizione dell’accordo integrativo regionale”. Sulla base di questa situazione, Ugolini chiede “quanti siano attualmente i medici di medicina generale a ruolo unico in servizio in Emilia-Romagna, quante ore settimanali risultino allocate esclusivamente nella continuità assistenziale e quante restino ancora scoperte nonché quali compiti si intendano assegnare a tali professionisti in attesa della sottoscrizione dell’Accordo integrativo regionale”.
L’Assessore alle politiche per la Salute Massimo Fabi, rispondendo ai quesiti posti, ha chiarito che “non è possibile al momento dare una risposta concreta alle domande puntuali poste perché occorre attendere la conclusione delle procedure amministrative attualmente in corso e alla fine di tale processo si dovranno attendere ulteriori tre mesi, periodo entro cui il medico deve aprire il proprio studio sul territorio a lui assegnato”.
Nel chiarire che nessun livello essenziale è venuto meno sui territori “grazie a provvedimenti organizzativi, quali le reti, che hanno comunque completato il sistema sanitario”, Fabi ha annunciato per la prossima settimana un incontro con le associazioni di categoria per arrivare al contratto integrativo, “ma per il momento valgono le linee di indirizzo varate in Conferenza Stato-Regioni e che sono in linea con l’accordo nazionale già siglato e che ribadisce la centralità delle case di comunità”.
Elena Ugolini ha quindi replicato chiarendo che “queste risposte erano richieste da tanti giovani medici che erano alle prese con una situazione di grande incertezza. Spero, infine, che si possa pervenire in tempi brevi alla firma dell’accordo integrativo, in quanto la nostra Regione è tra le ultime a non aver ancora siglato tale documento”.
(Luca Boccaletti)



