Governo locale e legalità

In commissione la proposta di FdI per una Fondazione regionale per tutelare gli agenti della Polizia locale

La commissione Bilancio, presieduta da Annalisa Arletti, ha audito sindaci, comandanti della Polizia locale e sindacati di categoria

Sindaci, comandanti della Polizia locale e sindacati di categoria a confronto sulla proposta di legge di Fratelli d’Italia per la realizzazione di una Fondazione regionale per sostenere gli agenti della polizia locale e i loro famigliari.

Con l’audizione dei soggetti interessati svoltasi nel corso della commissione Bilancio presieduta da Annalisa Arletti, è iniziata la discussione del progetto di legge che, fra le altre cose, chiede di dotare la polizia locale di teaser e altri strumenti di autodifesa come guanti anti-taglio, spray irritante e bastoni estensibili, oltre che prevedere una tutela legale per gli agenti anche attraverso l’istituzione di un fondo regionale destinato a coprire le spese legali sostenute dagli enti locali per la difesa degli operatori di Polizia Locale coinvolti in procedimenti penali connessi all’esercizio delle loro funzioni.

“Vogliamo migliorare le condizioni di lavoro e la tutela giuridica ed economica degli operatori”, spiega il relatore del pdl Ferdinando Pulitanò (FdI) per il quale “il fondo da noi proposto sarebbe attivabile solo da parte degli enti locali che non dispongano di una polizza assicurativa idonea e prevedere l’obbligo di restituzione delle somme, senza interessi, entro cinque anni. Per dare concretezza alle nostre proposte servirebbero due milioni di euro e il fondo di assistenza verrebbe alimentato con contributi volontari degli stessi agenti, oltre che da lasciti e donazioni. Visto che la Regione Emilia-Romagna dice sempre di essere la prima in tutto, vorremmo che fosse la prima anche nel dotarsi di un fondo da usare a tutela degli agenti della polizia locale”.

Giovanni Gargano sindaco di Castelfranco Emilia (Modena) ha commentato: “Condivido il tentativo di aprire una discussione sulla tutela di chi opera al fianco delle altre forze di polizia sui territori. L’Emilia-Romagna ha già un’attività virtuosa che è la Fondazione vittime di reato e si potrebbe indirizzare la proposta potenziando questo strumento che già funziona bene. Sulla dotazione del taser alle polizie locali sono titubante perché è una vera e propria arma. Si possono valutare altre soluzioni innovative che possono garantire efficacia. In generale, ciò che tutela l’operatore e la persona è importante perché si opera in condizioni sempre più difficili e come enti locali dobbiamo dare il maggior supporto possibile. Ricordo, infine, che gli agenti di polizia locale hanno già una forma di tutela legale assicurata dagli enti di appartenenza, fatto salvo nei casi di dolo. Auspico che anche lo Stato faccia la sua parte nell’attribuzione di fondi agli enti locali per tutelare la polizia di comunità”.

Posizione condivisa da Cesare Augusto Dinapoli comandante della polizia locale di Castelfranco Emilia, che ha rimarcato l’importanza “dei gabinetti di fotosegnalamento anche per i comandi delle polizie locali” e la necessità “di rivedere la tipologia della formazione degli agenti adeguandola alle forze di polizia nazionale”.

Per Nicolas Gianni Brigati dirigente nazionale Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale) “è fondamentale la dotazione del taser, seguito da adeguata formazione, come strumento di deterrenza e non di difesa, perché sulla strada la situazione è cambiata parecchio negli ultimi anni”. “Serve inoltre -ha aggiunto- superare i ‘monoagenti’, soprattutto nei piccoli comuni, provvedendo anche con finanziamenti o associazioni di servizi comunali. Anche l’adeguata formazione, garantita dalla Regione, è imprescindibile. Le camere di sicurezza sono strumenti utili da avere nei nostri comandi”.

Per Giuliano Corso comandante della polizia locale di Molinella (Bologna) “questo progetto di legge è un passo avanti perché va ad ampliare le tutele per la categoria, che ne ha veramente bisogno. Oggi si corrono nuovi e maggiori rischi e quindi occorre adeguare la dotazione dei dispositivi individuali di protezione sulla base di questi nuovi rischi. Chi si trova sulla strada e deve fronteggiare minacce può contare sulle proprie mani o sull’arma da fuoco, che è l’ultima ratio e si spera di non usarla, ma la mancanza totale di dispositivi di protezione ci mette in condizione di farci male. Anche il tema delle camere di sicurezza è centrale, in particolare nei comuni piccoli o nei territori periferici, così come il gabinetto di fotosegnalamento. Si potrebbe valutare anche una forma di convenzione fra enti per avere un servizio più snello e qualificato”.

Netta, invece, la posizione di Paolo Trande (Avs): “È noto che ci sono tanti, troppi, morti perché colpiti dal taser, vorrei sapere cosa pensano di questa cosa i proponenti di questa legge e i soggetti interessati”.

(Lucia Paci e Luca Molinari)

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