“Utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata per interventi di forestazione sostenibile”. Paolo Burani (Avs) con una risoluzione chiede la Regione di utilizzare la mappatura regionale esistente dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, al fine di valutare l’idoneità dei terreni alla realizzazione di interventi di forestazione sostenibile.
“Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in Emilia-Romagna fra terreni agricoli, terreni edificabili e terreni con fabbricati rurali annessi sono circa 200 gli immobili confiscati che potrebbero essere oggetto di progetti di forestazione. Questo dato – commenta il consigliere – apre una significativa opportunità per integrare la lotta alla mafia con la tutela ambientale e la rigenerazione ecologica del territorio”.
Il consigliere ricorda che la Regione Emilia-Romagna ha già avviato importanti iniziative per il ripristino e l’estensione del patrimonio boschivo regionale, grazie al progetto “Mettiamo radici per il futuro”, che ha permesso di investire circa 13 milioni di euro nella scorsa legislatura per sviluppare nuove aree boschive e recuperare ecosistemi degradati, soprattutto in ambito pianeggiante, e ritiene che questo progetto “può divenire uno strumento strategico per integrare i terreni confiscati nella rete regionale di riforestazione, garantendo una corretta pianificazione territoriale, il recupero ecologico e l’opportunità di creare occasioni formative e lavorative per giovani e categorie fragili”.
Pertanto, Burani impegna la Giunta “a predisporre, entro sei mesi dall’approvazione della presente risoluzione, un piano operativo triennale per la forestazione sostenibile dei terreni confiscati, da inserire nell’ambito del progetto regionale ‘Mettiamo radici per il futuro'”.
(Giorgia Tisselli)



