Dal 2014 a oggi, grazie alla legge regionale “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”, in Emilia-Romagna sono stati creati quasi 9mila nuovi posti di lavoro, di cui il 56% ricoperto da persone laureate, 950 nuovi ricercatori sono stati impegnati in 18 istituti di ricerca, 83 aziende hanno beneficiato dei 415 milioni di euro ammessi a finanziamento o dei 153 milioni di euro di incentivi trasferiti al sistema delle imprese dalla Regione.
A fare il bilancio della legge regionale con cui dal 2014 viale Aldo Moro sostiene il tessuto produttivo dell’Emilia-Romagna è stata la commissione Politiche economiche presieduta da Luca Quintavalla che si è soffermata soprattutto sul triennio 2021-2023, quando sono stati erogati oltre 60 milioni di euro che hanno prodotto 1.312 nuovi posti di lavoro, anche in questo caso in maggioranza a vantaggio di persone laureate.
Le risorse regionali hanno fatto da volano a un mondo del lavoro e dell’impresa che, nonostante i tre anni della crisi del Covid e la fase di recessione che dura da ormai quasi due anni, ha sempre confermato buone performance: un tasso di occupazione regionale del 75,6% a fronte del 67,1% nazionale, una regione al top della classifica di quelle impegnate nell’innovazione tecnologica, un export del valore di 83,6 miliardi di euro di merci ovvero pari al 13,7% di quello nazionale. Significativa anche la voce relativa ai brevetti: l’Emilia-Romagna è la prima Regione italiana per domande di brevetti depositate all’Epo (European Patente Office) con 216 domande per milione di abitanti (seguono la Lombardia, che ha il doppio degli abitanti rispetto all’Emilia-Romagna, con 163 e il Veneto con 140).
Inoltre, per favorire il dialogo e la collaborazione tra Regione e mondo professionale, è stato istituito nel 2016 il Comitato Consultivo delle Professioni, composto da rappresentanti di Confprofessioni, con il compito di proporre azioni e politiche a supporto delle imprese e dei professionisti. Tale Comitato ha collaborato alla definizione delle strategie regionali, come il Patto per il Lavoro e per il Clima e la programmazione dei fondi europei FSE+ e FESR 2021-2027. Fra le opportunità concrete per lo sviluppo professionale, si segnalano: bandi per l’innovazione e la digitalizzazione delle professioni, con oltre 8 milioni di euro stanziati, il Fondo Microcredito, destinato a microimprese e professionisti, che ha erogato 5,6 milioni di euro a 303 beneficiari, il Fondo Multiscopo “Crescita”, riservato a piccole imprese e professionisti, il Premio Innovatori Responsabili, che valorizza esperienze di innovazione sociale e responsabilità d’impresa. Sul fronte della formazione, sono stati attivati avvisi pubblici per la qualificazione delle competenze dei liberi professionisti, con interventi mirati all’innovazione nei servizi e nei processi. Nel 2023 e 2024 sono state approvate 45 operazioni formative per un totale di oltre 2,2 milioni di euro.
“Bisogna fare un ragionamento sugli indicatori che si usano per valutare gli effetti di questa legge”, spiega Elena Ugolini (Rete civica) che ricorda l’importanza di creare un rapporto virtuoso con le start up.
“Questa legge permette di creare posti di lavoro di qualità e crea un effetto moltiplicatore delle risorse pubbliche investite che vanno a mobilitare investimenti privati altrimenti improbabili”, sottolinea Paolo Calvano (Pd).
Alessandro Aragona (FdI) invita a valutare l’efficacia dei bandi regionali in materia di imprese e a snellire la burocrazia. Aragona ricorda casi di progetti aziendali finanziati dalle risorse pubbliche che hanno fallito il loro obiettivo, invitando ad aumentare le attività di verifica e di controllo dell’uso di fondi pubblici.
Priamo Bocchi (FdI) ricorda l’importanza del mercato statunitense per le imprese emiliano-romagnole e stigmatizza la troppa complessità burocratica dei bandi regionali.
Francesca Lucchi (Pd) sottolinea l’importanza di rendere sempre più dinamico il mercato regionale, obiettivo da raggiungere in primo luogo attraverso la collaborazione con università e istituti di ricerca.
Daniele Valbonesi (Pd) rilancia l’allarme per gli effetti dei dazi Usa sulle esportazione regionali e incita a operare sempre più per rafforzare le aree imprenditorialmente più fragili della regione.
(Luca Molinari)



