“Quali sono i motivi che hanno portato alla riduzione del numero di campioni previsti nel programma di screening regionale per il tumore del colon retto?”.
La richiesta arriva, con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale, da Francesco Sassone (Fratelli d’Italia).
“La Regione Emilia-Romagna – spiega il consigliere – ha da tempo attivato programmi di screening gratuito rivolti alla popolazione, a partire dai 50 anni d’età, basati sulla ricerca di sangue occulto nelle feci. Questo test, nella sua versione tradizionale, prevedeva la raccolta di tre campioni fecali in giorni preferibilmente consecutivi, in quanto tale modalità aumentava la sensibilità dell’esame e la possibilità di individuare micro tracce di sangue indicative di possibili lesioni o neoplasie”. Sassone rileva che questa prassi è cambiata: “Ora lo screening viene effettuato mediante una sola raccolta di campione fecale, verosimilmente per contenere i costi di analisi”. E aggiunge: “La riduzione del numero di campioni da tre a uno potrebbe abbassare la probabilità di rilevare tracce di sangue occulto nelle feci”.
Sassone chiede, quindi, che “la Regione Emilia-Romagna, su questo screening, consenta ai cittadini che lo desiderino di effettuare, in modo gratuito o comunque a tariffa agevolata, la raccolta dei tre campioni consecutivi”.
(Cristian Casali)



