Sanità e welfare

“Piena applicazione della legge sul testamento biologico”: voto unanime in Assemblea/ VIDEO

Nell’atto votato all’unanimità si chiede di regolamentare la raccolta delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT) nelle strutture sanitarie e si sollecita l’attivazione di specifiche campagne di informazione per cittadini e professionisti sanitari

Garantire la piena attuazione della legge sul testamento biologico (la legge 219 del 2017).

L’Assemblea legislativa approva, all’unanimità, una risoluzione firmata da Paolo Trande (Alleanza verdi sinistra), dai colleghi di partito Simona Larghetti e Paolo Burani, da Giovanni Gordini e Vincenzo Paldino dei Civici con de Pascale, dai consiglieri Marcella Zappaterra, Andrea Costa, Elena Carletti, Francesca Lucchi, Anna Fornili, Alice Parma, Emma Petitti, Eleonora Proni, Niccolò Bosi, Maria Laura Arduini, Maria Costi, Luca Sabattini, Gian Carlo Muzzarelli, Matteo Daffadà, Lodovico Albasi, Fabrizio Castellari, Barbara Lori, Valentina Ancarani, Paolo Calvano, Daniele Valbonesi , Ludovica Carla Ferrari, Luca Giovanni Quintavalla, Simona Lembi e Andrea Massari del Partito democratico, oltre a Lorenzo Casadei (Movimento 5 stelle). Via libera dall’Assemblea anche a quattro emendamenti al provvedimento, due presentati da Gordini, uno da Marcello e Bocchi e l’ultimo firmato solo dal consigliere Marcello.

Nell’atto i firmatari chiedono, in particolare, “di regolamentare la raccolta delle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) nelle strutture sanitarie”, sollecitando, poi, “l’istituzione di un registro regionale collegato al fascicolo sanitario elettronico”. I consiglieri richiedono anche “l’attivazione di specifiche campagne di informazione per cittadini e professionisti sanitari sulle DAT”, con, inoltre, “la messa in funzione di sportelli informativi dedicati, coinvolgendo per questo anche gli enti locali”.

“L’attuazione della legge – spiega Paolo Trande (Avs) in aula – è risultata disomogenea fra le diverse regioni e, in molti casi, persino fra le strutture sanitarie all’interno della stessa regione, creando difficoltà nella registrazione delle DAT e nell’accesso alle stesse”. Per il consigliere “l’introduzione della digitalizzazione in campo sanitario rappresenta un’opportunità per garantire l’effettiva tracciabilità e accessibilità delle DAT, evitando il rischio che le volontà espresse dai pazienti non vengano rispettate per difficoltà di reperimento della documentazione”. E prosegue: “L’integrazione del fascicolo sanitario elettronico potrebbe facilitare i medici curanti e le strutture sanitarie nella ricerca di questi dati in caso di necessità”.

Il dibattito fra i consiglieri

“Il tema è doloroso – rimarca Maria Costi (Pd) – e i cittadini devono avere la possibilità di decidere. Oggi è difficile esercitare questo diritto, serve una campagna di sensibilizzazione per i cittadini sull’importanza delle DAT nonché un maggiore coinvolgimento dell’opinione pubblica. E’ importante raccogliere le manifestazioni di volontà nelle strutture sanitarie, come in Toscana”. E conclude: “L’Emilia-Romagna deve intervenire per garantire chiarezza su questa legge nazionale”.

“I contenuti della legge nazionale riaffermano diritti che i cittadini devono poter esercitare. Siamo d’accordo con questa risoluzione. Va detto, però, che in regione i dati raccolti sono maggiori che nel resto d’Italia e che la sinistra si sta trasformando in un movimento radicale di massa incline a portare avanti battaglie inutili. La Regione Emilia-Romagna doveva, invece, applicare la legge a suo tempo, nella sua totalità”, rimarca Priamo Bocchi (Fratelli d’Italia).

Sulla stessa linea Nicola Marcello (Fratelli d’Italia): “Utile inserire questi dati nel fascicolo sanitario, i consensi possono essere modificati in ogni momento e serve che ci sia anche la possibilità del dissenso informato, in quanto occorre prima di tutto rispettare la volontà della persona interessata”. Conclude con una precisazione “Questo provvedimento non ha nulla a che fare con il fine vita”.

Interviene Alice Parma (Pd): “Come sindaco avevo istituito il registro nel mio comune. Il compito delle istituzioni è quello di informare i cittadini e l’Emilia-Romagna è sempre stata attenta all’applicazione delle norme che riaffermano e consentono l’esercizio di diritti. La volontà di ciascun cittadino deve essere rispettata fino in fondo senza incertezze, ma l’attuazione della legge è disomogenea da regione a regione. Per questo serve omogeneità a tutela delle persone”.

Per Anna Fornili (Pd) “il tema è cruciale per la vita dei malati e dei loro familiari, in quanto concerne la vita e l’accompagnamento alla morte. La morte non deve diventare un tabu e non c’è alcun nesso tra DAT ed eutanasia”. E prosegue: “Reggio Emilia ha mappato i servizi collegati al tema DAT proprio per aiutare i cittadini”. E conclude: “La Regione Emilia-Romagna presenta una situazione dei dati raccolti fra le più avanzate in Italia, ma serve comunque un ampliamento del sistema”.

“Il dato politico – Valentina Castaldini (Forza Italia) – è quello, al di là dei richiami a Roma, di vedere tutta l’Assemblea votare questa risoluzione. Il tema è importante, si parla della vita delle persone”. Rimarca: “Lo Stato non è rimasto fermo, tanto che c’è anche un portale dedicato, sia per i cittadini sia per i medici”.

Interviene Marcella Zappaterra (Pd): “Tema importante per la vita delle persone, oggi il clima è di collaborazione, il segnale è chiaro verso i cittadini, le persone devono avere il diritto di decidere sulle cure da accettare e su quelle da rifiutare. La legge dice che la cura è anche un confronto fra persone; è importante dare spazio al tempo dell’ascolto, perché scegliere è un atto di libertà”. E continua: “C’è comunque ancora molto da fare, a partire dall’aspetto culturale; la Regione Emilia-Romagna è attenta a questi diritti e ha messo in campo un vero impegno verso i cittadini”.

“Non è corretto sia assente l’assessore competente sulla materia, in quanto il tema tocca corde profonde della nostra coscienza, scelte che riguardano la vita. Siamo chiamati a valutare la scelta di raccogliere questi dati nelle strutture sanitarie, la Regione Emilia-Romagna arriva in ritardo, serve applicare la legge statale nella sua totalità, giusto che i cittadini siano informati, così come tutti i sanitari. Noi siamo favorevoli a una regolamentazione che semplifichi la vita dei cittadini ma la raccolta di questi dati non deve diventare una mera formalità burocratica”, evidenzia Ferdinando Pulitanò (FdI).

Interviene Gian Carlo Muzzarelli (Pd): “Giusto che i cittadini possano manifestare la propria volontà su queste tematiche, serve anche una legge nazionale sul fine vita, occorre sensibilizzare cittadini e sanitari, dobbiamo potenziare un diritto ancora poco accessibile e dobbiamo superare le strumentalizzazioni del dolore. Le norme devono disciplinare una conclusione dignitosa rispetto alle volontà del malato, ognuno di noi è per la vita ma senza inutili e dannose sofferenze, la politica deve avere il coraggio di affrontare queste complessità”.

“Importante ci siano posizioni comuni in quest’aula. La relazione è uno strumento fondamentale anche all’interno del mondo sanitario ed è giusto cogliere i desiderata dei pazienti. E’ importante poi in questo processo che ci sia qualcuno che aiuta il cittadino sui consensi; il tema riguarda tutti, per questo è importante il coinvolgimento degli enti locali, così come delle associazioni che si occupano di questo argomento”, rimarca Giovanni Gordini (Civici con de Pascale).

“Le DAT rappresentano il diritto di ogni persona di essere curata secondo la propria volontà anche quando non potrà più esprimerla. Parliamo di autodeterminazione e 36mila persone hanno già fornito questi dati. Non siamo indietro rispetto alle altre regioni, a partire dal tema della digitalizzazione. Stiamo portando a compimento una legge dello Stato”, sottolinea Lorenzo Casadei (Movimento 5 stelle).

(Cristian Casali)

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