“Attivare strumenti di coordinamento delle politiche di prevenzione e promozione della salute, favorendo una programmazione integrata a partire dagli ambiti della sanità e del welfare, ma anche altri settori come agricoltura e ambiente, oltre a quelli della mobilità, del lavoro, del territorio e dell’istruzione, fino alla cultura, allo sport e alle politiche giovanili”.
La richiesta arriva con una risoluzione targata Partito democratico, con prima firmataria Maria Costi. Nella risoluzione, i consiglieri chiedono anche un aggiornamento della legislazione regionale, “anche – rimarcano – per rafforzare l’impianto partecipativo (con momenti di ascolto nei territori), la dimensione ecologica della sanità pubblica, l’integrazione tra prevenzione, innovazione tecnologica e giustizia sociale (in collegamento con il piano regionale della prevenzione)”.
I consiglieri, sul tema, citano la legge regionale 19 del 2018 sulla promozione della salute: “Il legislatore regionale fu lungimirante nel riconoscere la necessità di un modello che andasse oltre la logica riparativa del sistema sanitario, orientando l’intero sistema pubblico – sanitario, sociale, educativo, ambientale, produttivo – verso la prevenzione primaria, l’empowerment comunitario, la salute nei luoghi di vita e la partecipazione sociale”. Rimarcano: “Visione che ha anticipato molti indirizzi oggi assunti a livello europeo, confermando l’Emilia-Romagna tra le regioni guida per l’innovazione in sanità pubblica”. Evidenziano, poi, Costi e colleghi: “Questa legge offre già una cornice avanzata, per essere pienamente efficace deve però essere aggiornata nei suoi contenuti strategici e operativi, rafforzando in particolare i dispositivi che favoriscono l’adattamento climatico e la prevenzione ecologica, la salute mentale e psicologica delle nuove generazioni, la prevenzione nei contesti lavorativi, digitali e sociali, la valutazione dell’impatto sanitario in sede di valutazione di impatto ambientale, la sanità di iniziativa e di prossimità, specie nei contesti periferici e fragili, la riduzione attiva delle disuguaglianze, l’integrazione dei dati sanitari e ambientali per la programmazione e la valutazione degli interventi (big data, open data, intelligenza artificiale) e la partecipazione civica e l’alfabetizzazione sanitaria come strumenti fondamentali per una cittadinanza attiva e consapevole”. Concludono: “Le istanze provenienti dai territori, dalle scuole, dal mondo del lavoro, dalle associazioni dei pazienti e dai professionisti della salute segnalano con forza la necessità di rilanciare e rinnovare l’impegno istituzionale sulla prevenzione, come leva di equità, sostenibilità e innovazione del sistema sanitario e sociale”.
Oltre che dalla prima firmataria Maria Costi, il documento è stato sottoscritto anche da Paolo Calvano, Barbara Lori, Matteo Daffadà, Fabrizio Castellari, Valentina Ancarani, Elena Carletti, Ludovica Carla Ferrari, Niccolò Bosi, Lodovico Albasi, Gian Carlo Muzzarelli, Marcella Zappaterra, Eleonora Proni, Andrea Costa e Anna Fornili.
(Cristian Casali)



