Dal 1998 al 2014, per l’assistenza agli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale e quindi “non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno”, il ministero dell’Interno avrebbe provveduto a restituire alla Regione Emilia Romagna 60.037.539 euro a fronte di una spesa complessiva di 90.832.995 euro, per cui mancherebbero all’appello ancora 30.795.456 euro, mentre nel 2015 sarebbero stati spesi ulteriori 7,1 milioni di euro ma non si conosce l’entità dei rimborsi.
Lo segnalano i consiglieri del gruppo della Lega nord in un’interrogazione (primo firmatario, Stefano Bargi) dove riportano analiticamente i numeri relativi alle Aziende locali, “sulla base dei dati in loro possesso”:
-“a Bologna, per l’assistenza e la cura degli stranieri irregolari, in 18 anni- scrivono- sono stati spesi dall’Ausl 10,8 milioni, a cui si aggiungono i 6,2 milioni del Policlinico Sant’Orsola e gli 1,8 dell’Istituto Rizzoli, dei quali però sono stati rimborsati in totale poco meno di 8 milioni di euro.
-All’Ausl di Imola sono tornati in cassa 1,5 milioni su poco più di 2 milioni spesi.
-Il conto per l’Ausl della Romagna arriva invece a 22,5 milioni di euro, di cui rimborsati 15.
-Per Ausl e Policlinico di Modena si parla di 10,2 milioni restituiti sui 17 spesi in totale.
-Stessa cifra rimborsata a Reggio Emilia, che però ne ha spesi 11,2.
-Per Ausl e Policlinico di Parma: 7,6 milioni spesi contro 6,9 rimborsati.
-Infine, per l’Ausl di Piacenza si parla di 3,5 milioni tornati in cassa rispetto a un costo di 5,4 milioni sostenuto in 18 anni.
-Queste invece le cifre spese nel solo 2015: oltre 2,5 milioni di euro per le tre aziende di Bologna più Imola; 1,2 milioni in Romagna; 236.956 euro a Ferrara; 700.000 euro nelle due aziende di Modena; 454.357 euro per Ausl e Policlinico di Reggio Emilia; 1,7 milioni per le due aziende di Parma; 241.714 euro a Piacenza“.
“Analogo problema- aggiungono- è stato recentemente sollevato dalla Regione Lombardia, dove il ‘buco’ per le cure mediche ai clandestini supera i 100 milioni di euro, a cui si aggiungono altri due preoccupanti fenomeni: quello dei cittadini comunitari non paganti, provenienti soprattutto da Romania e Bulgaria (dopo essersi fatti curare in Italia i loro Stati di appartenenza non rimborsano le spese mediche dovute) e quello dei cittadini stranieri che, dopo essersi fatti riconoscere in Lombardia, emigrano e vengono curati in altri Paesi europei, come Francia e Germania, che inviano poi il conto delle spese sanitarie alla Regione Lombardia”.
I consiglieri chiedono quindi alla Giunta se il ministero dell’Interno abbia provveduto a rimborsare le risorse dovute alle varie Ausl regionali per il periodo 1998-2014, a quanto ammontino le spese per le cure sanitarie fornite in Emilia Romagna agli stranieri “clandestini” nel 2015 e nel 2016 e l’entità dei mancati rimborsi da parte del ministero per ogni Azienda
Gli esponenti della Lega vogliono inoltre sapere se anche in questa regione si siano verificati i fenomeni dei cittadini comunitari non paganti e dei cittadini stranieri che pur registrati in Emilia Romagna vanno a farsi curare in altri Paesi europei che inviano poi il conto alla nostra Regione e, in caso affermativo, quale sia l’entità degli ammanchi per ogni Ausl.
Di qui, l’invito alla Giunta ad adottare iniziative sia per far fronte ai mancati pagamenti dello Stato, sia per contrastare i due fenomeni descritti.
Hanno sottoscritto l’interrogazione i consiglieri: Stefano Bargi, Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)