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“Uno Bianca. Raccontare il crimine”: parlano i giornalisti testimoni della vicenda criminale

L’appuntamento è per il 20 novembre alle 17 nei locali della nuova Biblioteca dell’Assemblea legislativa a Bologna con Stefano Tura, Paola Cascella, Gianluca di Feo, Massimiliano Mazzanti, Giampiero Moscato e Paolo Soglia

4 gennaio 1991 Banda dell ' uno bianca All'altezza delle Torri, in via Casini, l'auto della banda fu sorpassata dalla pattuglia dall'Arma. La manovra fu interpretata dai criminali come un tentativo di registrare i numeri di targa e pertanto decisero di liquidare i carabinieri. Dopo averli affiancati, Roberto Savi esplose alcuni proiettili verso i militari, sul lato del conducente Otello Stefanini]. Nonostante le ferite gravi subite, il militare cercò di fuggire, ma andò a sbattere contro dei cassonetti della spazzatura. In breve tempo l'auto dei Carabinieri fu investita da una pioggia di proiettili. Gli altri due militari, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, riuscirono a uscire dall'abitacolo e a rispondere al fuoco, ferendo tra l'altro Roberto Savi. La potenza delle armi utilizzate dalla banda però non lasciava speranze ed entrambi i carabinieri rimasero sull'asfalto. I tre furono finiti con un colpo alla nuca. Foto Luciano Nadalini

Da banda delle coop a “poliziotti che uccidono”: come i giornalisti raccontarono la Uno Bianca? Come cambiò la narrazione dei crimini dei fratelli Savi man mano che emergeva la verità?

Il 20 novembre prossimo, ore 17, nei locali recentemente inaugurati della Biblioteca dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna (viale Aldo Moro 46 a Bologna) si terrà l’incontro “Uno Bianca. Raccontare il crimine”, una tavola rotonda che si aprirà con i saluti del presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri.

“Questo appuntamento è prezioso perché ci permette di riflettere sul ruolo essenziale della stampa nel raccontare l’attualità, che poi è il primo passo per costruire una memoria storica” commenta Fabbri. “Quello che all’inizio sembrava un gruppo di ladri di casello – continua – in seguito si rivelò essere una minaccia ben più grave. Insieme ai familiari delle vittime abbiamo deciso di ricordare quelle vicende perché la coscienza collettiva, specie dei più giovani, va alimentata con narrazioni efficaci”.

La tavola rotonda

Stefano Tura guiderà i suoi colleghi giornalisti Paola Cascella, Gianluca di Feo, Massimiliano Mazzanti, Giampiero Moscato e Paolo Soglia a riflettere, principalmente, su tre aspetti salienti del racconto giornalistico o televisivo sulla Uno Bianca.

Il primo aspetto riguarda il “come” le notizie di quei crimini efferati venivano raccontate in tv e sulla stampa rispetto alle modalità contemporanee. Il secondo si avvicina di più al contesto storico-politico del giornalismo bolognese rispetto ai fatti storici di cronaca nera, di tragedia in tragedia. Infine l’incontro sarà l’occasione per riflettere sull’attualità del giornalismo investigativo rispetto alle esperienze passate.

“L’obiettivo – spiega Maurizio Matrone, scrittore e curatore della rassegna – è quello di assistere a una panoramica di punti di vista che possano aiutarci a riflettere, a farci una idea il più possibile esaustiva su quei terribili fatti che raccontano una storia drammatica, ancora viva e lacerante per il nostro territorio e anche per le nostre coscienze di cittadini”.

Altri appuntamenti

Il pubblico avrà modo anche di apprezzare la mostra allestita all’interno della biblioteca “Uno Bianca – Identikit: i volti della paura” con i ritratti originali disegnati da Giovanni Battista Rossi che aiutarono a identificare i responsabili dei crimini.

L’incontro rientra nella rassegna “Uno Bianca per chi l’ha vista. Uno storia per chi non c’era”, realizzata dall’Assemblea legislativa insieme all’Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca a seguito della sottoscrizione di un protocollo di collaborazione triennale. Il programma completo, che prevede una serie di incontri e quattro mostre, è visibile sul sito www.unobianca.it/programmazione

Il protocollo

L’accordo si inserisce nel quadro delle politiche regionali di promozione della memoria storica e della cittadinanza attiva. Mira a consolidare la collaborazione tra le due istituzioni per la realizzazione di attività rivolte alla cittadinanza, con particolare attenzione alle giovani generazioni.

Fra le attività previste dal protocollo figurano percorsi didattici, educativi e formativi, progetti culturali, attività di ricerca e documentazione, nonché iniziative volte a stimolare la riflessione critica e la partecipazione democratica.

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