“Le reazioni negative all’ipotesi di soppressione del servizio di guardia medica, così come paventata dall’assessore alle politiche per la salute, Sergio Venturi” sono al centro di un’interrogazione di Tommaso Foti (Fdi-An), che chiede alla Giunta regionale di chiarire, con urgenza, “senza equivoci e infingimenti”, quali obiettivi intenda realmente perseguire.
Ricordando che Venturi avrebbe annunciato ai media “l’intenzione di riformare, o meglio sopprimere, il servizio di guardia medica nelle ore notturne, lasciandone l’incombenza al 118, così da poter aumentare il numero di camici bianchi negli ambulatori, insieme ai medici di famiglia, dalla mattina fino alla mezzanotte”, il consigliere riferisce che le “categorie sindacali Fimmg, Cisl Medici, Cimo, Fials, Anaao, Snami e Sumai” avrebbero chiarito la loro posizione, secondo la quale “il ‘taglio’ della continuità assistenziale nella fascia oraria compresa tra le 24 le 8 non può che essere preceduto da un accurato confronto e dall’individuazione di una programmazione condivisa che consenta di limitarne l’impatto sui cittadini e sulle strutture dell’emergenza urgenza territoriale e ospedaliera” che sarebbero “già utilizzate oltre misura”.
“Vibrate proteste”- segnala Foti- si registrerebbero anche tra i sindaci dei territori montani, in particolare in provincia di Piacenza, per i quali “la soppressione della guardia medica nelle ore notturne confligge con le ripetute rassicurazioni del direttore generale dell’Ausl sul mantenimento del servizio”.
Il consigliere è convinto che “l’eliminazione del servizio notturno di guardia medica, soprattutto in alcune aree del territorio emiliano-romagnolo, appare illogica e inutile”, mentre la sua riorganizzazione sarebbe “ragionevole e utile”.
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