Garantire la presenza delle operatrici dei centri antiviolenza negli ospedali.
A chiederlo è Niccolò Bosi (Pd) con un’interrogazione sottoscritta anche da Giovanni Gordini (Civici), Simona Lembi (Pd), Lorenzo Casadei (M5 Stelle) e Elena Carletti (Pd) che ricordano come “l’accesso all’ospedale e in particolare al pronto soccorso rappresenta spesso il primo contatto con il sistema per le persone che subiscono violenza e uno sportello dedicato all’interno dell’ospedale può favorire l’emersione precoce del fenomeno, la presa in carico tempestiva, la connessione con la rete dei servizi territoriali: la presenza stabile di un operatore/operatrice dello sportello antiviolenza all’interno dell’ospedale può costituire un segnale forte della centralità della tutela della persona vittima all’interno del sistema sanitario, migliorando la collaborazione tra sanità, sociale e protezione, ma la mancata diffusione uniforme di tali sportelli può generare disuguaglianze territoriali di accesso e ridurre l’efficacia del sistema regionale di contrasto alla violenza di genere”.
“Non risulta pubblicamente disponibile un quadro aggiornato e completo su quanti e quali ospedali regionali abbiano attivato sportelli antiviolenza interni, con quali modalità operative, con quali orari, con quale personale e con quale raccordo con i centri antiviolenza territoriali: la pianificazione regionale potrebbe valorizzare l’implementazione sistemica di tali sportelli come parte integrante del “percorso ospedale” per la vittima di violenza”, sottolinea Bosi nel chiedere alla Regione di prevedere la presenza omogenea sul territorio di operatrici dei centri antiviolenza negli ospedali.
La risposta della giunta è affidata all’assessora alle Pari opportunità Gessica Allegni per la quale “abbiamo già recepito le regole nazionali citate dal consigliere interrogante. Ci sono referenti specifici nelle strutture ospedaliere che, nei casi di violenza, attivano la rete territoriale antiviolenza. Vogliamo trasformare sempre più il referente ospedaliero in un soggetto specializzato per un soggetto integrato”.
Parole alla luce delle quali Bosi si dice soddisfatto.
(Luca Molinari)



