Minuto di silenzio in Assemblea legislativa in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre di ogni anno.
“Compito delle istituzioni è impegnarsi per promuovere una cultura dei diritti a partire dall’educazione all’affettività, che non è una scelta ideologica ma una forma di educazione civica e di prevenzione. Voglio ricordare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: ‘La violenza contro le donne è una sconfitta per tutti, prima ancora che un delitto’. Parole che ci interrogano nel profondo, perché parlano dello Stato, delle istituzioni, ma anche della qualità umana e democratica della nostra convivenza”, spiega il presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri che ricorda come “secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza sono 73 i femminicidi compiuti dall’inizio dell’anno. 73 donne uccise da una violenza che non è episodica: è sistemica, quotidiana, strutturale. Ma c’è un dato che inquieta e pesa più degli altri: nelle giovanissime, tra i 16 e i 24 anni, le violenze non diminuiscono, ma aumentano passando dal 28,4% del 2014 al 37,6% di oggi. Questa cifra dice una cosa sola: stiamo mancando l’appuntamento con il futuro. Ci dice che ciò che dovrebbe cambiare prima, la cultura di una generazione nuova, non sta cambiando abbastanza. Se le ragazze – proprio loro che dovrebbero crescere nella parte più libera della storia italiana – subiscono più violenza delle loro madri, allora non è un’emergenza. È una frattura. Una crepa profonda nei nostri modelli educativi, nei nostri linguaggi, nelle nostre abitudini. Per questo le istituzioni hanno un compito che non può essere rinviato”.
Fabbri ricorda come “la recente approvazione alla Camera della legge sul consenso libero non è un dettaglio tecnico: è una svolta culturale. Affermare che ‘solo sì vuol dire sì’ significa riconoscere pienamente la libertà delle donne come fondamento della convivenza democratica, significa che la libertà delle donne non è negoziabile, neppure nella sfera più intima delle relazioni. Ma nessuna legge da sola basta. Serve la responsabilità di ciascuno di noi. Serve un patto educativo, culturale, sociale, che coinvolga famiglia, scuola, comunità e media”.
L’ordine dell’Assemblea legislativa odierno prevede anche un confronto proprio sul tema del contrasto alla violenza sulle donne: dopo la relazione dell’assessora alle Pari Opportunità Gessica Allegni è previsto il dibattito tra i gruppi consigliari.
(Luca Molinari)



