Scuola giovani e cultura

La commissione Giovani esprime solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci

Approvata, a maggioranza, la risoluzione firmata da Civici-Avs-Pd-M5s. Respinto il documento presentato da FdI. Nonostante la convergenza sulla solidarietà a Ranucci, maggioranza e opposizione non sono arrivati a un testo condiviso

La giunta e l’assemblea legislativa esprimano solidarietà a Sigfrido Ranucci, vittima di un grave e vile atto intimidatorio e a tutti i giornalisti oggetto di minacce o pressioni. È l’impegno contenuto nella risoluzione a prima firma di Giovanni Gordini (Civici con de Pascale), approvata oggi nel corso della Commissione Giovani, Lavoro e Legalità presieduta da Maria Costi.

L’atto di indirizzo è sottoscritto anche dai consiglieri di Alleanza verdi e sinistra Paolo Trande, Simona Larghetti, Paolo Burani, dal consigliere del Movimento 5 stelle Lorenzo Casadei, dal civico Vincenzo Paldino e dai consiglieri del Partito democratico Simona Lembi, Barbara Lori, Maria Laura Arduini, Paolo Calvano, Lodovico Albasi, Eleonora Proni, Maria Costi, Elena Carletti, Anna Fornili, Luca Giovanni Quintavalla, Luca Sabattini, Raffaele Donini, Francesco Critelli, Andrea Massari, Niccolò Bosi, Andrea Costa, Gian Carlo Muzzarelli.

Con il documento si richiede anche di “sollecitare Parlamento e governo ad adottare con urgenza norme per contrastare il fenomeno delle cosiddette liti temerarie nei confronti dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, in particolare di quelli che operano nel servizio pubblico radiotelevisivo, introducendo strumenti efficaci di tutela del diritto di cronaca e della libertà di informazione”: il tutto, anche attraverso meccanismi sanzionatori nei confronti di chi promuove azioni giudiziarie manifestamente infondate o intimidatorie. Il fenomeno delle ‘liti temerarie’, ossia l’uso distorto delle azioni giudiziarie per scoraggiare o punire il lavoro di inchiesta dei cronisti, era stato denunciato proprio da Ranucci in un recente intervento pubblico.

Nella risoluzione si ricorda l’attentato del 16 ottobre scorso, quando un ordigno è esploso sotto l’auto di Ranucci a Pomezia. “Tale episodio – prosegue Gordini nella sua illustrazione – si inserisce in un contesto di continue minacce e atti intimidatori nei confronti del conduttore del programma televisivo Report, che da anni svolge un lavoro di giornalismo investigativo di alto valore civile, affrontando temi legati a corruzione, criminalità organizzata e sistemi di potere politico ed economico. Ranucci vive da tempo sotto scorta a causa delle ripetute intimidazioni, aggravatesi negli ultimi mesi con episodi quali il ritrovamento di proiettili davanti alla propria abitazione”.

Da qui l’atto di indirizzo con il quale si chiede alla giunta e all’assemblea anche di continuare a sostenere iniziative di educazione civica e culturale sul tema della libertà di informazione, in collaborazione con scuole, associazioni e ordini professionali, per sensibilizzare le nuove generazioni all’importanza del giornalismo libero e indipendente.

Al documento a firma di Pd-Avs-Civici-M5s è stata abbinata una risoluzione a prima firma del consigliere Alberto Ferrero di Fratelli d’Italia e sottoscritta dai colleghi di partito Nicola Marcello, Alessandro Aragona, Annalisa Arletti e Francesco Sassone (respinta dalla commissione con i voti favorevoli delle sole forze di minoranza), nella quale si esprime “vicinanza e solidarietà a Ranucci e a tutti i giornalisti vittime di minacce e atti intimidatori”, impegnando la giunta a continuare a tutelare il giornalismo e l’informazione in tutte le sue forme, anche promuovendo iniziative sulla parità lavorativa salariale. La risoluzione di FdI precisa inoltre come “il diritto all’informazione debba sempre essere bilanciato con il diritto all’onore di coloro che possono essere potenzialmente lesi dalle notizie che circolano sulla stampa”, richiamando la direttiva europea “Slapp” in materia di tutela degli operatori dell’informazione dalle denunce temerarie ed evidenziando l’attenzione del governo in carica per quanto riguarda la sicurezza dei giornalisti.

Il dibattito

Per Giovanni Gordini (Civici) “si tratta di un tema importante e non sempre facile da affrontare”. “C’è un tema generale di pressione intorno alla libertà di stampa e in questa sede abbiamo il dovere di cercare di capire quali azioni possano essere intraprese anche qui, a livello istituzionale. Chiediamo inoltre che siano adottate norme specifiche per proteggere il lavoro degli operatori dell’informazione”.

Alberto Ferrero (FdI) rimarca: “Una grande democrazia come l’Italia ha tra i suoi capisaldi la tutela della libertà di stampa. Ogni volta che ci sono stati attacchi e intimidazioni a giornalisti, la politica tutta si è sempre schierata a loro difesa e ciò è avvenuto anche per Ranucci. Subito il presidente Mattarella e il Governo hanno manifestato la loro solidarietà. Ma bisogna considerare attacco alla libertà di stampa anche tutte quelle volte in cui ai giornalisti viene impedito di parlare: ciò è accaduto di recente in diverse sedi universitarie. Nella nostra risoluzione, facciamo riferimento anche al centro di coordinamento sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, fondamentale per tenere traccia degli attacchi e nelle minacce nei confronti della categoria”.

Per Paolo Trande (Avs) “quanto accaduto a Ranucci è un fatto di una gravità assoluta”. “In questo Paese centinaia di giornalisti sono intimiditi e minacciati, ben 15 giornalisti italiani hanno stabilmente una scorta. La classifica annuale ‘Reporters sans frontières’ ci retrocede di tre posizioni quest’anno. E’ importante rimarcare che non può esistere democrazia senza libertà di stampa”. Trande fa riferimento anche alla vicenda degli spyware “infiltrati nei cellulari di diversi oppositori politici e giornalisti”. “Spyware che sono stati acquistati e utilizzati in maniera esclusiva dal Governo che non ha mai dato spiegazioni razionali sul loro utilizzo”, aggiunge Trande, evidenziando come la risoluzione dell’opposizione sia incompleta “proprio perché mette al riparo il Governo non si sa bene da che cosa”.

Sulla stessa linea Anna Fornili (Pd) che sottolinea come “nella risoluzione della minoranza manchi un impegno nei confronti del Governo, nella misura in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte”.

Pronta la replica di Alessandro Aragona (FdI): “Reputo grave quanto affermato dal consigliere Trande – afferma -. Si allude al fatto che il Governo ha l’esclusività su strumenti informatici utilizzati per intercettare alcuni giornalisti: non ci sono notizie di reato in merito e, se il consigliere ne ha, lo invito a rivolgersi alla magistratura. Non accetto che si getti fango in questo modo in un’aula istituzionale. Il documento che abbiamo presentato oggi è molto più equilibrato e certamente meno fazioso di quello presentato dalla maggioranza”.

Annalisa Arletti (FdI) evidenzia: “Come gruppo assembleare e come partito condividiamo in pieno il sostegno a Ranucci, tant’è che alla manifestazione in sua solidarietà erano presenti i vertici del nostro partito. Ho una domanda aperta: se a essere coinvolto fosse stato un giornalista di destra, avremmo visto i vertici della sinistra alla manifestazione in sua solidarietà?” E ancora: “Non crediamo ci sia un bavaglio all’informazione nel nostro Paese anzi, crediamo che questo governo sia il miglior presidio alla libertà e alla democrazia. Nel documento del centrosinistra si cita solo il presidente Mattarella: non indicare che anche il presidente del Consiglio ha prontamente espresso solidarietà a Ranucci rende questa risoluzione non votabile”.

Vincenzo Paldino (Civici) invita a restare sull’oggetto dei documenti. “Oggi abbiamo una risoluzione alternativa della minoranza, ed è chiaro che si esprimono delle differenze. Si poteva arrivare ad un testo condiviso, magari anche nei giorni precedenti: sollecitare il governo nazionale a fare meglio di quanto si sta facendo, come fa il documento della maggioranza, è doveroso. Invito comunque a una riflessione sui toni da tenere in aula, anche se con posizioni legittimamente diverse”.

Tommaso Fiazza (Lega) rimarca: “Auspicavo un accordo su un unico testo, ma, nella risoluzione della maggioranza di sinistra, ci sono considerazioni a mio avviso faziose e non indicative di quanto è accaduto. Il presidente Mattarella ha preso posizione ma lo ha fatto prontamente anche il presidente del Consiglio e tutto il Governo: ciò non è stato citato nella risoluzione della maggioranza. La risoluzione dell’opposizione è scevra da ogni considerazione di parte, quella del centrosinistra non ha lo stesso spirito”.

Infine, la presidente Maria Costi condivide l’osservazione sui toni da tenere in aula. “Anche se non toglierò mai la parola a nessuno”, conclude.

(Brigida Miranda)

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