Sanità e welfare

Pd-M5s-Civici: “Rafforzare azioni sull’educazione alla salute sessuale, in primis nelle scuole”

Risoluzione a firma di Gian Carlo Muzzarelli, Lorenzo Casadei e Giovanni Gordini, nel rimarcare che i dati sulle malattie sessualmente trasmissibili anche in regione sono allarmanti, sollecitano il potenziamento dei programmi di prevenzione rivolti ai giovani, chiedono poi al governo nazionale di riconoscere formalmente l’educazione alla salute sessuale come intervento di sanità pubblica

“Rafforzare le campagne regionali di sensibilizzazione e prevenzione sulle infezioni sessualmente trasmesse, a partire dall’HIV, in particolare attraverso la promozione di comportamenti sessuali responsabili tra gli adolescenti, compreso l’uso del preservativo”.

La richiesta arriva, con una risoluzione diretta alla giunta regionale, da Gian Carlo Muzzarelli (Pd), Lorenzo Casadei (M5 Stelle) e Giovanni Gordini (Civici).

I tre consiglieri chiedono, per questo, di “potenziare i programmi di educazione alla salute nelle scuole, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, le Ausl e le associazioni che si occupano di queste tematiche”. Sollo stesso tema i tre esponenti della maggioranza regionale sollecitano poi il governo nazionale “a riconoscere formalmente l’educazione alla salute sessuale come intervento di sanità pubblica, non assimilabile all’educazione curricolare, prevedendo risorse collegate”.

Spiegano Muzzarelli e colleghi: “In Emilia-Romagna nel 2023 sono state registrate 220 nuove diagnosi di infezione da HIV, con un’incidenza di 4,9 casi ogni 100mila abitanti (in crescita rispetto ai 167 del 2022), l’88% di questi casi è attribuito a una trasmissione sessuale, in più il 56% di queste persone scopre l’infezione solo in fase tardiva, quando il sistema immunitario è già compromesso”. Proseguono sul tema della prevenzione: “La prevenzione rimane la migliore arma contro la diffusione delle infezioni sessualmente trasmissibili: il preservativo, maschile o femminile, è tuttora il metodo più efficace per ridurre i rischi, per l’HIV ci sono anche profilassi specifiche”. Aggiungono: “L’educazione sessuale e affettiva, se condotta con il coinvolgimento di esperti e formatori qualificati, rappresenta uno strumento fondamentale di educazione alla salute pubblica, capace di promuovere comportamenti responsabili e consapevoli, ridurre le infezioni, prevenire gravidanze indesiderate e contrastare la violenza di genere, così come lo stigma verso le persone LGBTQIA+”.

I tre consiglieri criticano poi le scelte del ministero dell’Istruzione in tema di educazione sessuale nelle scuole: “il recente intervento normativo promosso dal ministero dell’Istruzione e del merito introduce nuove limitazioni all’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, prevedendo l’obbligo del consenso preventivo dei genitori e l’esclusione di tali percorsi nelle scuole primarie e dell’infanzia”. Sottolineano: “Queste limitazioni rischiano di ridurre l’efficacia delle politiche di prevenzione, in un contesto in cui i dati epidemiologici indicano la necessità di potenziare, non limitare, l’informazione e la consapevolezza sui comportamenti sessuali sicuri”.

(Cristian Casali)

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