La presidente Carletti ha sottolineato che “si tratta di un tema importante che attraversa diversi ambiti come la tutela del lavoro, dei diritti e, punto importantissimo, della genitorialità”.
“Una madre che lascia il lavoro perché non riesce a conciliare famiglia e occupazione, è una sconfitta per tutti. È tempo che le istituzioni riconoscano il valore sociale della maternità e intervengano con una legge capace di tutelare davvero le donne lavoratrici”, spiega Simona Lembi, nominata relatrice di maggioranza della proposta di legge, per la quale “ogni anno in Italia oltre 60mila genitori presentano le dimissioni volontarie dal lavoro entro il primo anno di vita dei figli e delle figlie. Nella prevalenza dei casi lo fanno per mancanza di reti familiari di supporto, per la difficoltà di sostenere i costi della cura o per assenza di servizi all’infanzia, perché l’impresa non concede misure di conciliazione. Nel 70% dei casi si tratta di madri. Per rispondere a questa questione presentiamo alle Camere una proposta di legge nazionale per contrastare le dimissioni volontarie dei genitori nei primi anni di vita dei figli: il nostro obiettivo non è modificare un sistema che funziona in malo modo, ma smontarlo e ricostruirlo a vera tutela dei neogenitori”. Ricordando l’udienza conoscitiva, seduta finalizzata a raccogliere contributi e sollecitazioni dei portatori di interesse, Lembi ha sottolineato positivamente “la presenza compatta delle organizzazioni sindacali, delle associazioni rappresentative delle donne e della rete delle consigliere di parità”.
Dal canto suo la relatrice di minoranza Annalisa Arletti (FdI) ricorda come “il tema è davvero molto importante, occorre capire i motivi e intervenire sul perché tante, troppe, donne (e più in generale genitori) lascino il posto di lavoro perché impossibilitati a conciliare i tempi di vita e di lavoro. Dobbiamo anche ragionare sull’universalità dei servizi e un cambio di mentalità nel mondo del lavoro. Dobbiamo impegnarci sul tema dei diritti dei genitori e creare le condizioni di una condivisione politica perché le persone non debbano più scegliere tra essere genitori o licenziarsi. Ci sono, però, punti della proposte di legge su cui bisogna intervenire: costi di applicazione della legge, rischio di contraccolpi negativi frutto di regole troppo rigide, deresponsabilizzazione delle Regioni. Il pdl non quantifica i costi e temo che mettere troppi vincoli come viene proposto possa rendere più difficile alle donne e ai genitori trovare lavoro come effetto non voluto del provvedimento. Altro tema, poi, è quello delle Regioni. La legge di fatto le deresponsabilizza mettendo ogni intervento in capo allo Stato o ai Comuni, invece le Regioni hanno già molti compiti in materia di lavoro e diritti e tante cose in più le possono fare”. Arletti ha infine evidenziato che “già a livello nazionale il governo ha promosso misure per favorire la conciliazione e il sostegno familiare per far sì che ci sia maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro”.
Ludovica Carla Ferrari (Pd) ha sottolineato: “Stiamo affrontando un percorso importante per le sfide demografiche e i cambiamenti che sono in atto in questo momento storico. Uscire dal solito ricorso a bonus o misure spot e avere la forza di sostenere un intervento strutturale su un argomento tanto importante è da valorizzare e la Regione va sostenuta”.
La proposta di legge regionale alle Camere si basa su numeri concreti: secondo i rapporti annuali sull’attività di vigilanza in materia di lavoro e previdenziale 2023 e 2024 a cura dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro nel 2023 in Italia ci sono state 62.688 dimissioni convalidate dall’Ispettorato, 60.756 nel 2024, quasi tutte volontarie (97%). Nel 70% dei casi a dimettersi sono le donne, soprattutto del Nord Italia, tra i 29 e i 44 anni, al primo figlio. Le madri risultano significativamente più esposte all’abbandono del lavoro: il 75%-77% di loro rinuncia al lavoro per occuparsi i figli. I padri invece si dimettono prevalentemente per il passaggio ad altra azienda, mentre solo il 18% cita motivi di cura.
(Lucia Paci e Luca Molinari)
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27 Novembre 2025



