Scuola giovani e cultura

Università Bologna. Fiazza (Lega): “Motivare la mancata attivazione di un corso di laurea in filosofia per allievi ufficiali dell’Accademia di Modena”

Nell’atto ispettivo riportate le parole del Rettore Molari: “la decisione di non attivare il corso di laurea in Filosofia è stata una scelta autonoma di un Dipartimento, che ha preferito soprassedere e astenersi dal deliberare sul tema”

“Chiarire se la Regione è a conoscenza della decisione del Dipartimento di filosofia dell’Università di Bologna di non attivare un corso di laurea per ufficiali dell’Esercito ed eventualmente chiarire se si ritiene condivisibile tale decisione”.

Con questa richiesta il capogruppo della Lega Tommaso Fiazza si rivolge alla giunta dopo la decisione del Dipartimento di filosofia dell’Università di Bologna in risposta ad una richiesta da parte del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Carmine Masiello che aveva proposto l’avvio del corso per dieci-quindici ufficiali provenienti dall’Accademia di Modena “per creare un pensiero laterale nell’esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo”.

A tale richiesta è seguito il diniego da parte dell’Università “per timore di militarizzare la facoltà” e con il Rettore Giovanni Molari che spiegava come “la decisione di non attivare il corso di laurea in Filosofia per gli ufficiali dell’Esercito è stata una scelta autonoma di un Dipartimento, che ha preferito soprassedere e astenersi dal deliberare sul tema. Ricordo che le scelte didattiche, in questo caso l’attivazione di un curriculum dedicato, sono materia su cui l’iniziativa compete ai Dipartimenti. Questo non esclude affatto ulteriori interlocuzioni e sviluppi. Siamo costantemente aperti al dialogo con tutte le realtà che riconoscono l’eccellenza formativa e scientifica del nostro ateneo”.

Sottolineando le numerose prese di posizione critiche nei confronti della decisione dell’Università di Bologna provenienti dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da alcuni suoi Ministri, Fiazza ricorda quanto detto dal collettivo universitario autonomo Cua, per cui la richiesta dell’Esercito “è l’ennesima riprova del fatto che i nostri atenei si stanno piegando sempre più alle logiche della guerra e del riarmo. Con un genocidio ancora in corso, non ci è possibile ignorare il fatto che le retoriche belliciste e gli accordi per la produzione di armi si sviluppano anche all’interno delle nostre università”.

Nel ricordare come siano “diversi i Rettori che si sono offerti di sostituire l’ateneo bolognese nell’attivazione di un percorso destinato a giovani ufficiali”, Fiazza chiede che l’esecutivo regionale “esprima la propria posizione rispetto al fatto che, contestualmente al rifiuto agli ufficiali, alcuni collettivi studenteschi che in passato hanno messo in atto azioni di protesta anche dure, trovino invece, spazio e legittimazione negli ambienti universitari e se abbia intrattenuto interlocuzioni con l’Università di Bologna per chiarire la posizione dell’Ateneo sul tema e, in caso positivo, con quali esiti”.

Oltre ad auspicare “iniziative che nelle università regionali favoriscano percorsi di dialogo, studio e collaborazione con le istituzioni dello Stato”, Fiazza reputa “preoccupante il clima di ostilità manifestato da alcune realtà politiche studentesche verso le forze armate, compromettendo così la funzione di apertura, pluralismo e confronto che l’università è chiamata a garantire”.

(Luca Boccaletti)

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