Imprese lavoro e turismo

Affitti brevi: parere favorevole della commissione Economia alla proposta di legge

Per la relatrice di maggioranza Simona Larghetti (AVS) la legge si propone di normare dal punto l’utilizzo di strutture che stanno cambiando la dinamica dell’offerta turistica ricettiva. Per il relatore di minoranza Francesco Sassone (FdI) la regolamentazione andava fatta nell’alveo della legge 16 sul turismo e rischia di generare problemi e ricorsi

Parere positivo della commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla, al progetto di legge sulla disciplina degli “affitti brevi” in Emilia-Romagna.

“Questa legge si propone di normare dal punto di vista urbanistico l’utilizzo di strutture, prima adibite ad affitto lungo, che in alcune città stanno cambiando la dinamica dell’offerta turistica ricettiva” ha spiegato la relatrice di maggioranza Simona Larghetti (AVS) per poi sottolineare: “Si pone dunque la necessità di regolare, nell’alveo delle competenze regionali, la nuova destinazione d’uso degli appartamenti. La legge non comporta degli obblighi ma dà la possibilità di individuare aree del territorio in cui normare il fenomeno nella maniera più flessibile possibile. Serve anche a tutelare chi già sta operando. I dati ci dicono che in sette anni, al 2023, gli affitti brevi sono aumentati del 300%. Nel 2024 il doppio delle persone ha dormito in affitto breve piuttosto che in albergo. Se vogliamo proteggere un sistema da eccessive oscillazioni ogni bolla va regolata”.

Per il relatore di minoranza Francesco Sassone (FdI) “questa legge incide sul turismo per cui la regolamentazione andava fatta nell’alveo della legge 16, c’è dunque un problema di competenze. Serve chiarezza sul criterio della retroattività, soprattutto in considerazione del fatto che la stragrande maggioranza degli operatori in questo ambito è composta da piccoli proprietari e non grandi speculatori. Chi dovesse fare tutto ex novo si dovrà adeguare a nuovi requisiti ed è un punto dirimente perché si incide sulla libera circolazione dei beni e sulla possibilità di gestire un’attività. Il tema dell’emergenza abitativa con questa legge non c’entra nulla: è emerso da tutti i soggetti intervenuti che la crisi abitativa dipende da altri fattori. È una legge codarda perché demanda solo ai Comuni di intervenire e rischia di generare problemi e ricorsi”.

L’assessora al Turismo Roberta Frisoni ha annunciato: “Metteremo mano alla legge 16 e su questo punto è già partito un confronto con le associazioni di categoria e coi Comuni. Gli affitti brevi sono il tassello di un ragionamento più ampio perché la tematica ha diverse sfaccettature. Ad esempio, in Appenino, questo fenomeno può servire a mantenere vive delle aree a rischio spopolamento. Non è così in altri territori. Sull’aggiornamento della legge 16 ci sarà un coinvolgimento delle commissioni assembleare per centrare gli obiettivi che ci siamo dati”.

Il testo della legge sugli affitti brevi, che è composto da 4 titoli e 14 articoli, prevede l’introduzione di una nuova destinazione d’uso urbanistica, denominata “locazione breve”, grazie a cui tutte le unità immobiliari utilizzate per affitti brevi dovranno adeguarsi alla nuova classificazione urbanistica. Spetterà ai Comuni il compito di definire, nei propri strumenti di pianificazione, in quali ambiti del territorio l’attività sarà consentita, limitata, esclusa, oppure subordinata a determinate condizioni. Le amministrazioni potranno inoltre vietare o limitare interventi edilizi come frazionamenti, demolizioni o recuperi di sottotetti per la creazione di nuovi alloggi da destinare a locazione breve. Gli immobili destinati agli affitti brevi dovranno comunque rispettare rigorosi standard di sicurezza, igiene, efficienza energetica e conformità degli impianti, mentre le amministrazioni comunali potranno introdurre ulteriori criteri di qualità edilizia per qualificare l’offerta e migliorare la vivibilità dei quartieri. Un altro elemento rilevante riguarda la leva fiscale: i Comuni, infatti, avranno la possibilità di modulare i contributi di costruzione legati ai cambi di destinazione d’uso, aumentandoli o riducendoli fino al 30%, utilizzando così la leva fiscale per orientare il mercato.

(Lucia Paci)

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