“Si tratta di un tema molto importante e che dobbiamo affrontare”, spiega Costi, forte dei numeri: infatti, secondo i rapporti annuali sull’attività di vigilanza in materia di lavoro e previdenziale 2023 e 2024, a cura dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nel 2023 in Italia ci sono state 62.688 dimissioni convalidate dall’Ispettorato, 60.756 nel 2024, quasi tutte volontarie (97%). Nel 70% dei casi a dimettersi sono le donne, soprattutto del Nord Italia, tra i 29 e i 44 anni, al primo figlio. Le madri risultano significativamente più esposte all’abbandono del lavoro: il 75%-77% di loro rinuncia al lavoro per occuparsi dei figli. I padri, invece, si dimettono prevalentemente per il passaggio ad altra azienda, mentre solo il 18% cita motivi di cura.
“Questo progetto di legge si inserisce all’interno del lavoro che stiamo facendo anche con l’intergruppo sulla demografia. Ci occupiamo di conciliare i tempi di vita e di lavoro, tutti temi che le donne che hanno figli ben sanno. Il lavoro che ha fatto la consigliera Lembi è molto importante”, sottolinea Anna Fornili (Pd). Sulla stessa linea Elena Carletti (Pd) che ha ringraziato Lembi per quanto fatto: “Un percorso di ascolto e di approfondimento che tocca un tema dirimente per le nostre comunità e la tenuta dei nostri sistemi economici”.
“È importante sostenere l’occupazione femminile e anche il governo nazionale sta operando in questo senso, ma in sede regionale per raggiungere questi obiettivi non occorre questo progetto di legge, ma una serie di scelte e di politiche attive che partono dalle modalità di accesso ai servizi per l’infanzia dove non possiamo più avere solo l’Isee per decidere le graduatorie, ma dobbiamo prendere in considerazione anche il numero di figli. L’obiettivo di questa proposta di legge è lodevole, ma non i mezzi scelti”, spiega Alberto Ferrero (FdI) per il quale “non bisogna che i genitori siano costretti a scegliere tra avere figli e lavorare”.
“La proposta di legge alle Camere crea nuovi strumenti per tutelare i genitori e questa legge affronta il tema delle politiche attive per aiutare le famiglie. Questa proposta si inserisce nelle attività della Regione a tutela della nostra comunità, è un ingranaggio che si inserisce in quel modello di welfare che ha sempre caratterizzato l’Emilia-Romagna”, sottolinea Andrea Costa (Pd).
“Vogliamo garantire il diritto al lavoro delle donne spesso osteggiato da diversi fattori, in primo luogo la difficoltà di conciliare lavoro e vita famigliare. Alla base di questi problemi ci sono anche temi di carattere culturale e la carenza di servizi”, spiega Paolo Trande (Avs) che invita a lavorare su “cultura, servizi e misure che favoriscano la conciliazione lavoro e vita: si tratta di temi di carattere costituzionale. Poi c’è il tema legato alle potenzialità dell’occupazione femminile: come spiegano alcune ricerche, se noi colmassimo il divario occupazionale uomini-donne il Pil dell’Italia crescerebbe del 12%, questo dimostra cosa significherebbe la piena occupazione femminile. Con queste nostre proposte non solo tuteliamo dei diritti, ma diamo una mano al Paese. Sarebbe molto intelligente che il Parlamento, oltre che approvare come fa da anni i decreti del governo, cominciasse a occuparsi delle proposte che arrivano i territori come questa”.
“Massimo sostegno a questa proposta di legge: è giusto trovare soluzioni al divario occupazione di genere e contrastare le diseguaglianze”, sottolinea Simona Larghetti (Avs).
La replica delle relatrici
“Il tema è importante, ma non pensiamo che si debba mettere mano alle norme sulle dimissioni per affrontarlo, ma dobbiamo intervenire con politiche pubbliche che sostengano genitori e famiglie: dobbiamo rendere i servizi educativi realmente fruibili da tutti i cittadini andando incontro alle esigenze delle famiglie”, spiega la relatrice di minoranza Annalisa Arletti (FdI) che ha elogiato quanto fatto dal governo nazionale sul tema. Arletti sottolinea come norme troppo rigide sulle dimissioni potrebbero avere effetti boomerang, finendo per creare più problemi che benefici alle donne: molto meglio, spiega la consigliera, destinare maggiori risorse alle aziende che affrontano con soluzioni la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
Dal canto suo la relatrice di maggioranza Simona Lembi (Pd) ha ribadito la bontà della legge, tanto negli obiettivi, quanto nei mezzi. “Anche l’opposizione dice che è convinta dell’impostazione e dell’urgenza del tema”, spiega Lembi, che ricorda come “allora è molto importante che questa urgenza sia affrontata con più strumenti. Quindi non bisogna smontare le possibili risoluzioni al problema, ma risolverlo. Per questo non si può dire: la proposta di legge affronta un tema giusto, ma bisogna fare altro. Davanti a un problema non si può dire “bisogna fare altro”, certamente si deve lavorare sul welfare, sul welfare aziendale, ma questa proposta di legge fa proposte concrete. Siamo aperti al confronto con tutti”.
(Luca Molinari)
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4 Dicembre 2025



