Prosegue l’iter del progetto di legge della maggioranza “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”, che oggi ha ricevuto in sede consultiva il parere positivo della commissione Parità e diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori. Pd e Sel hanno votato a favore, mentre la Lega Nord si è espressa in maniera contraria.
A illustrare la norma, per cui venerdì è in programma una udienza conoscitiva, il relatore Stefano Caliandro (Pd). Il capogruppo dem ha colto l’occasione per anticipare alcuni dati, che devono ancora essere forniti in maniera ufficiale, elaborati dall’Università di Modena e Reggio riguardo alla soglia di povertà. In Emilia-Romagna, spiega, vive sotto la soglia della povertà assoluta il 3,5% dei cittadini, cioè tra le 65.000 e le 70.000 famiglie: in percentuale quasi la metà che nel resto del paese, dove le famiglie in difficoltà sono quasi 8 su 100. Il loro reddito medio annuo è di 6.630 euro, e rientrano in questa fascia soprattutto famiglie giovani, nuclei unipersonali compresi: una su tre infatti ha meno di 35 anni, e se si includono quelle fino ai 40 si arriva al 42%.
“Aiutare le persone purtroppo si scontra con il realismo della capacità di spesa, noi non abbiamo assolutamente la presunzione di risolvere tutti i problemi- chiarisce Caliandro-, vogliamo mettere a fuoco le priorità, pur consapevoli che sopra quella fasce di Isee a cui facciamo riferimento non c’è certo ricchezza ma altro disagio. Con questo primo intervento miriamo soprattutto a rendere attive non solo le persone ma anche le amministrazioni locali attraverso il riscatto sociale”.
I dati sono stati anticipati da Caliandro (“devono ancora essere forniti in maniera ufficiale”, ricorda) in risposta ai dubbi sollevati da Daniele Marchetti (Ln) sulle soglie e sui requisiti: “Un cittadino che dovesse ritrovarsi a lavorare anche solo in maniera saltuaria rischierebbe di superare i limiti- considera- e posso dire di aver conosciuto anche sul mio territorio tante persone che con un reddito anche più alto di quello richiesto dalla legge difficilmente potrebbero essere considerati non poveri”.
Francesca Marchetti (Pd) è intervenuta per ricordare “l’importanza del concetto di nucleo unipersonale, che spesso sono donne sole in situazioni di profondo disagio”. Secondo la consigliera bisogna poi “tenere monitorata la frequenza scolastica dei figli, per quanto riguarda il patto di corresponsabilità, e trovare delle soluzioni per rendere più facile rivolgersi ai servizi territoriali, una richiesta che spesso anche per vergogna è la prima barriera”.
La presidente Mori ha concluso sottolineando “il coinvolgimento degli enti locali quali soggetti principali: i sindaci del territorio attendono con grande speranza questa legge che fornisce loro qualche strumento in più per sostenere persone in difficoltà, e soprattutto garantisce continuità nelle risorse, nella formazione e nel coinvolgimento”.
(Jacopo Frenquellucci)