La Giunta promuova ogni più opportuna iniziativa diplomatica, anche attraverso la cooperazione internazionale, affinché si proceda, in Pakistan, alla scarcerazione di Asia Bibi. A chiederlo, attraverso una risoluzione all’Assemblea legislativa, sono Enrico Aimi (primo firmatario) e Galeazzo Bignami di Forza Italia.
I consiglieri sollecitano inoltre l’esecutivo regionale a intervenire presso l’Unione europea con l’obiettivo di “indurre il Pakistan ad abrogare le disposizioni contenute nel codice penale che prescrivono l’ergastolo obbligatorio o la pena di morte per presunti atti di blasfemia”. E chiedono alla Giunta di farsi parte attiva nei confronti della comunità internazionale affinché vengano messe in campo “iniziative volte alla piena affermazione del principio della libertà religiosa, della tutela delle minoranze religiose, del contrasto a ogni persecuzione e violazione indiscriminata” e si preveda “una moratoria definitiva delle condanne inflitte in violazione dell’inalienabile principio della libertà religiosa”.
Nel 2009, specificano Aimi e Bignami, “iniziava il calvario di Asia Bibi, pakistana di fede cattolica, madre di cinque figli, arrestata dalla polizia nel suo villaggio di Ittanwali, nella provincia del Punjab in Pakistan, condannata alla pena di morte in seguito alla denuncia di alcuni vicini di casa che l’accusavano di aver offeso il profeta Maometto durante un diverbio”. Il 13 ottobre di quest’anno, sottolineano, “la Corte suprema del Pakistan ha rinviato a data da destinarsi l’udienza definitiva, perché uno dei tre giudici ha rinunciato al caso, quasi a non volersi assumere la responsabilità di scagionarla”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Cristian Casali)