“La Giunta provveda a un adeguamento delle tariffe di cava che sia in linea con gli introiti derivanti dalla loro vendita e che renda finalmente concorrenziale il settore del recupero degli inerti”. A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, è Giulia Gibertoni (M5s).
“Sia la normativa nazionale sia quella regionale- evidenzia la consigliera- sono ancora improntate a un approccio teso allo sviluppo dell’attività estrattiva, metodo ormai datato e che non tiene in alcun modo conto degli impatti reali provocati al territorio e all’ambiente in generale”. I canoni di cava in Emilia-Romagna, specifica la consigliera, “sono ancora fermi a quanto fissato nell’ormai lontano 1992, a eccezione di quelli per sabbia e ghiaia, ma anche in questo caso l’aumento è stato limitato, passato nel 2014 da 0,57 euro a metro cubo a 0,70”.
“Il tenere così basse le tariffe di escavazione- prosegue Gibertoni- comporta il mancato decollo di un settore innovativo come quello del recupero degli inerti provenienti dalle demolizioni in edilizia che potrebbero sostituire quelli di cava. Tra l’altro un impianto di riciclaggio, a parità di produzione, ha più addetti rispetto a una cava”.
Nell’atto ispettivo l’esponente dei 5 stelle chiede “quali siano i dati, a livello regionale e nell’ultimo quinquennio disponibile, del settore delle attività estrattive e, in particolare, quali siano i proventi delle concessioni di cava”. Infine, vuole conoscere “lo stato dell’arte e le prospettive future del settore del riciclo dei materiali inerti”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Cristian Casali)