Un ordine del giorno sottoscritto da Luciana Serri (Pd) e votato dalla maggioranza (sì di Pd e Sel, contrari Ln, M5s, Fdi-An e Fi) decreta il “non passaggio” all’esame dell’Aula degli articoli di un progetto di legge intitolato “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna” presentato da quattro consiglieri della Lega nord: Stefano Bargi, Alan Fabbri, Massimiliano Pompignoli e Andrea Liverani.
A illustrare il testo in Assemblea, il relatore Bargi che ricorda come il progetto risalga “a un anno fa e sia rimasto a lungo in giacenza in commissione. Forse- afferma- per farlo andare fuori tempo massimo, rispetto all’attivazione della legge 14, che reca lo stesso titolo, approvata nel 2014 ma, di fatto, ferma fino al bilancio previsionale 2016”.
Il provvedimento della Lega- aggiunge Bargi- nasce dalla volontà di rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale e di spronare l’amministrazione regionale sul tema dell’attrattività e degli investimenti. Prevedendo anche strumenti diversi dalla legge 14, “il nostro testo punta sulla semplificazione burocratica per l’apertura delle attività, sugli sgravi fiscali, sulla promozione dell’internazionalizzazione delle imprese e sul contrasto alla delocalizzazione produttive con l’obiettivo di attrarre investimenti e competere con altre realtà europee confinanti. Avremmo voluto- conclude il consigliere della Lega- che questo progetto di legge fosse esaminato e approvato in tempi utili e comunque prima dell’apertura dei bandi previsti dalla legge 14, tuttavia così non è stato: non ci resta quindi che attendere il momento in cui si farà una verifica puntuale dei risultati raggiunti dalla legge 14 e in quel momento certamente interverremo con le nostre proposte”.
“Appare quanto meno stravagante- replica Barbara Lori (Pd)- riproporre in corso d’opera un progetto di legge simile alla legge 14, con molte parti analoghe. Di qui, la scelta di non andare al voto, ciò non toglie che quando sarà il momento di verificare le ricadute della legge 14, ci saranno certamente gli spazi per il confronto. La legge 14- prosegue- presenta un impianto politico-strategico innovativo e sarà nel 2017 che saranno percepibili i suoi effetti e si potranno fare valutazioni: il testo della Lega è quindi arrivato prima che la legge regionale potesse dispiegare i propri effetti anche grazie al Patto per il lavoro, di cui è uno degli strumenti attuativi principali”. Lori contesta la tesi di Bargi quando sostiene che la legge 14 è “stata abbandonata”: c’è infatti un grande impegno della Regione sulle risorse da investire,- spiega- per esempio “circa 60 milioni di nuovi investimenti per 16 progetti che determineranno programmi di investimento per oltre 600 milioni di euro, con quasi 20 sedi produttive distribuite in sette province della regione, con un potenziale di circa 1.500 nuovi posti di lavoro in tre/quattro anni”.
(Antonella Celletti)