Un ordine del giorno presentato da Roberto Poli (Pd) e approvato a maggioranza (sì di Pd e Sel, voto contrario di Ln, M5s, Fi e Fdi-An) decreta il “non passaggio” all’esame dell’Aula dell’unico articolo di una proposta di progetto di legge alla Camere sottoscritto dai consiglieri del gruppo Lega nord (primo firmatario, Stefano Bargi) intitolato ‘Norma sulla tassazione della previdenza complementare’, con l’obiettivo di abrogare il comma della legge di stabilità 2015 che innalza la tassazione delle forme pensionistiche complementari per reintrodurre la percentuale “più ragionevole” dell’11%.
“Alla fine del 2015- spiega Bargi- le adesioni alla previdenza complementare in Italia erano circa 7,3 milioni, con una crescita annua di 860.000 unità (+13,4%) e un patrimonio stimato di 138,4 miliardi di euro”. La legge di stabilità 2015- aggiunge- ha tuttavia “modificato le regole di tassazione delle forme previdenziali complementari, portandone la misura da applicare sul risultato di gestione al 20%”: il provvedimento adottato dal Governo “aumenta quindi le imposte sui rendimenti versati in tali fondi per quei lavoratori che decidono di crearsi una pensione aggiuntiva attraverso versamenti diretti o destinandovi il proprio Tfr”.
Bargi, oltre a ricordare la legittimità dello strumento usato (la proposta di progetto di legge alle Camere), ha poi contestato i motivi ostativi addotti dalla maggioranza: è vero- spiega- che la materia è di competenza statale, ma l’intenzione è quella di inviare alle Camere un segnale politico forte dal territorio, a sostegno di scelte che sgravano il sistema previdenziale nazionale e consentano, soprattutto ai giovani, di poter contare su una pensione dignitosa. “Non stiamo infatti parlando di investimenti finanziari- conclude- ma di adeguamenti nel tempo al costo del denaro”.
A parere di Luca Sabattini (Pd) non si può liquidare questa discussione in modo “troppo semplicistico”, la questione è seria e riguarda anche la ristrutturazione di tutto il sistema previdenziale, che coinvolge soprattutto le giovani generazioni che dovranno affrontare domani un problema più serio di quello che sta attraversando chi è più vicino alla pensione o chi già è pensionato. Sabattini ha poi motivato il non voto del provvedimento con il timore delle incognite che deriverebbero da un’eventuale diminuzione della tassazione sul bilancio statale.
Tommaso Foti (Fdi-An) contesta la “mannaia dell’articolo 92 del regolamento”, quello che prevede la presentazione di una delibera per il “non passaggio all’esame degli articoli” di un progetto di legge, “invocato dalla maggioranza tutte le volte che si vogliono chiudere le porte a proposte dell’opposizione”.
(Antonella Celletti)