Ambiente e territorio

CACCIA. CASELLI ILLUSTRA PIANO FAUNISTICO VENATORIO, LE ‘DOPPIETTE’ DIVIDONO LE FORZE POLITICHE

Presidente Serri: “Arrestare calo dei cacciatori”. Bertani (M5s) chiede “misure alternative (cattura e sterilizzazione)”. Pompignoli (Ln): “Giunta più attenta ad agricoltori che a cacciatori”

Si è svolta in commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, un’informativa dell’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli, in merito alla presentazione del programma di lavoro e del quadro conoscitivo relativi al Piano faunistico venatorio regionale.

Il Piano faunistico venatorio – ha ricordato l’assessore – è “uno strumento tecnico politico funzionale alla corretta gestione della fauna selvatica e del prelievo venatorio e fissa gli obiettivi degli interventi”. Gli obiettivi del Piano – ha evidenziato – sono compatibilità della presenza di fauna selvatica con le attività umane (agricoltura, circolazione stradale, etc), conservazione delle specie protette, scelte gestionali in merito alle specie non protette ma non impattanti e alle misure gestionali drastiche in territori con criticità su specie non protette impattanti. Il Piano faunistico venatorio ha durata quinquennale ed entro dicembre sarà presentato in Assemblea legislativa per l’avvio dell’iter di approvazione. Entro trenta giorni dall’approvazione si procederà alla perimetrazione degli ambiti territoriali di caccia (Atc).

Il quadro conoscitivo che sta alla base del Piano – hanno spiegato i tecnici– parte dall’analisi delle specie faunistiche e della loro distribuzione sul territorio per definire, a seconda dei livelli di concentrazione e delle specificità dell’ambiente, delle unità territoriali omogenee. Inoltre, prende in esame i dati della popolazione venatoria – dai quali emerge come i cacciatori siano sempre meno numerosi e sempre più anziani – dei danni causati dalle varie specie di fauna selvatica, compresi gli incidenti stradali, per finire con la descrizione degli interventi di prevenzione e la pianificazione delle azioni nelle unità territoriali omogenee.

La presidente Serri ha domandato se l’andamento della popolazione dei cacciatori sta portando la Regione a valutare possibili interventi nel medio periodo, in considerazione anche degli aspetti culturali connessi con l’attività venatoria, che rendono complessa la questione.

Andrea Bertani (M5s) ha segnalato il problema della disomogeneità fra le province dei dati sull’incidentalità stradale causata da animali selvatici. Infine, ha invitato la Regione ad approfondire la riflessione sull’introduzione di misure alternative alla caccia quali la cattura e la sterilizzazione degli animali.

Massimiliano Pompignoli (Ln) ha criticato la Giunta per un approccio più orientato a tutelare gli agricoltori che i cacciatori, confermato dai contenuti del Calendario venatorio regionale. Inoltre, ha chiesto quando la Giunta affronterà la riforma della legge regionale sulla caccia e quale sia l’orientamento politico in proposito. Infine, ha invitato la Regione a contrastare il preoccupante calo del numero dei cacciatori, a partire da una revisione dei costi dell’attività venatoria. L’assessore Caselli ha risposto che l’obiettivo della Regione è la massima collaborazione possibile fra cacciatori, agricoltori e ambientalisti, dato che la gestione di un ecosistema è attività complessa. Il problema del calo del numero dei cacciatori e della loro età sempre più elevata – ha sottolineato – è connesso anche con un cambio di cultura e di connotazione della pratica venatoria, utile all’ecosistema perché la difesa dell’ambiente passa anche attraverso la caccia.

(Luca Govoni)

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