L’Emilia-Romagna ha una popolazione scolastica di circa 550 mila studenti nelle scuole statali – di cui circa 16 mila con disabilità – alle quali corrisponde un corpo docente di quasi 55 mila posti e 14 mila unità di personale Ata. Cui si aggiungono i dirigenti scolastici. A fronte di un aumento crescente di studenti certificati con disabilità, pari al 26,6 % negli ultimi sei anni, i posti di sostegno sono aumentati del 29,5% e raggiungono il rapporto di un posto ogni due allievi.
Parte dai macro numeri del sistema scolastico regionale per spiegare la “complessità dell’avvio del presente anno scolastico tra assegnazioni e tutele previste”, l’audizione del Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, nella commissione Cultura, scuola, formazione e lavoro, presieduta da Giuseppe Paruolo, dove ha risposto ‘a tutto campo’ a numerose domande dei consiglieri.
Uno temi di punta è stato quello delle assegnazioni di docenti per gli studenti con disabilità. Sul punto Versari ha ricordato che a fronte della crescita del numero degli alunni certificati, in Emilia-Romagna l’organico di diritto sul sostegno rimane più o meno lo stesso. A conti fatti – ha detto Versari – in 5 anni abbiamo 2.800 bambini certificati in più. Per queste ragioni, a seguito di una procedura complessa che richiede la valutazione da parte di una commissione, l’Ufficio scolastico regionale ha autorizzato quest’anno 2.182 posti di sostegno ‘in deroga’ (in più per quest’anno) per una spesa di 100 milioni di euro. La procedura di attivazione dei posti in deroga –ha spiegato il direttore Usr– non può che avvenire dopo l’avvio dell’anno scolastico quando arrivano le richieste dei posti, che vanno valutate sulla base della gravità dell’handicap dell’alunno e del contesto della classe in cui è inserito. Sarebbe dunque auspicabile che “crescesse l’assegnazione dell’organico di diritto, così – ha spiegato Versari – potrebbero diminuire le deroghe permettendo una continuità didattica”. Sempre sul numero degli alunni certificati, Versari ha anche spiegato che si riscontra una significativa differenza numerica da un’Ausl all’altra. “A Ferrara – ha detto- c’è una certificazione doppia rispetto a Piacenza. Il tema delle differenze di diagnosi tra territori, che riguarda la sanità, – ha detto raccogliendo il consenso della commissione – andrebbe approfondito.
Sui ritardi nell’attribuzione delle cattedre, – ha poi chiarito Versari rispondendo ad altre domande- la scelta fatta dal legislatore di prevedere una mobilità per 205 mila docenti in tutta Italia ha avuto delle conseguenze inevitabili sull’avvio di questo anno scolastico. Anche perché – ha spiegato – è stata fatta slittare al 15 settembre l’assegnazione degli incarichi per le supplenze annuali, che negli anni passati veniva fatta entro il 31 agosto. Aver posticipato le procedure di due settimane ha comportato che in alcune classi non ci fosse il docente che avrebbe dovuto esserci. “I ritardi – ha chiarito Versari- non sono dunque imputabili all’inefficacia dell’amministratore, ma a scelte fatte dal legislatore consapevolmente, bilanciando interessi differenziati con qualche instabilità iniziale”.
“Abbiamo voluto questa audizione – ha spiegato il presidente della commissione Giuseppe Paruolo – anche su sollecitazioni dal mondo della scuola. Ci preme capire se da parte nostra ci sono misure che possiamo mettere in campo per aiutare questa prima fase di partenza della riforma della scuola, di cui pensiamo poi nel lungo periodo si potranno apprezzare i benefici”. Da questo punto di vista, Paruolo ha anche annunciato approfondimenti, in collaborazione con la commissione Politiche per la salute, proprio sul tema delle certificazioni degli studenti con handicap e le differenze numeriche riscontrate da una provincia all’altra.
Tra i vari temi toccati dalle numerose domande in audizione si è parlato anche dell’utilizzo del cosiddetto personale dell’autonomia alle supplenze brevi, delle difficoltà di riempire le cattedre in Appennino e anche in altre zone, come ad esempio la Bassa ferrarese. Ulteriori domande sono state rivolte sulle iniziative per favorire l’alternanza scuola-lavoro, molte quelle in cantiere con enti e realtà che hanno una presenza territoriale regionale. Toccato anche il tema dei pasti a scuola portati da casa.
Per domande e chiarimenti sono intervenuti Giuseppe Boschini, Francesca Marchetti, Katia Tarasconi, Manuela Rontini del Pd e Igor Taruffi di Sel.
(Isabella Scandaletti)