No alla chiusura del centro di recupero della fauna selvatica della Garzaia a Codigoro, nel ferrarese. Lo chiedono i consiglieri M5s Raffaella Sensoli e Andrea Bertani in un’interrogazione dove accusano la giunta della situazione. La delibera numero 1578, denunciano i pentastellati (a dispetto della reperibilità 24 ore su 24, sette giorni a settimana chiesta al personale veterinario) non prevede più tra le spese rimborsabili quelle per il materiale medico (guanti, garze ecc.) e per gli esami diagnostici e strumentali oltre il settimo giorno di degenza dell’animale. Di qui la notizia- riportata dai media locali- sulla decisione di chiudere il centro, presa dalla Lega Italiana dei diritti degli animali (Lida).
I centri di recupero, cosiddetti “Cras”, ricordano Sensoli e Bertani, “funzionano grazie al contributo gratuito di veterinari e volontari che garantiscono, spesso a proprie spese, il tempo, la professionalità e la dedizione” alle specie selvatiche ferite o in difficoltà, e ne garantiscono la cura e il reinserimento nell’ambiente.
Le spese mediche e i rimborsi chilometrici del personale sono riconosciuti dietro adeguata documentazione fiscale, e la materia è disciplinata dall’allegato A alla delibera di giunta, che non riconosce più tra le ammissibili al rimborso le spese “relative all’acquisto di gabbie e di materiale di consumo”, nonché “analisi ed esami strumentali, interventi, farmaci e alimentazione terapeutica specifica” oltre il settimo giorno di degenza dell’animale.
Bertani e Sensoli chiedono quindi alla giunta di “adoperarsi per la riapertura del centro” e contestano il termine dei sette giorni per i rimborsi “quando è noto a tutti che il più delle volte una specie ferita ha bisogno di più tempo per guarire, e che una nidiata necessita di assistenza per almeno 30-40 giorni”.
(Marco Sacchetti)