“L’inno di Goffredo Mameli ’Fratelli d’Italia’ deve essere riconosciuto come inno ufficiale della Repubblica”.
E’ questo l’obiettivo che si pone Tommaso Foti (Fdi-An), presentando un progetto di proposta di legge alle Camere, composto da un solo articolo.
“Pur essendo considerato l’inno nazionale, – scrive il consigliere – ‘Fratelli d’Italia’ continua a non avere una fonte giuridica che lo legittimi come tale: fu adottato, infatti, il 12 ottobre 1946 come inno militare in sostituzione della Marcia reale sabauda, con provvedimento d’urgenza del Governo di Alcide De Gasperi. Per decenni – spiega il consigliere – si è dibattuto sulla necessità di rendere ‘Fratelli d’Italia’ l’inno ufficiale della Repubblica italiana, ma senza arrivare mai all’approvazione di una specifica norma di legge al riguardo”, anche se la legge 222/2012 prevede “l’insegnamento dell’inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali” nelle scuole di ogni ordine e grado.
In alcune aree del Paese, tuttavia, questa disposizione di legge non sarebbe applicata: Foti porta ad esempio un fatto accaduto il 5 dicembre 2016 all’Istituto Aldini Valeriani di Bologna, quando, nel corso della commemorazione promossa dalla sezione bolognese dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia in ricordo di Efrem Benati e Emilio Bussolari (un bidello e uno studente fucilati nel corso della guerra civile), agli studenti sarebbe stata fatta cantare una versione modificata dell’inno di Mameli: “forse – commenta il consigliere – per compiacere un malinteso modello di integrazione le parole ‘Fratelli d’Italia’ sono state sostituite da ‘Fratelli in Italia’”.
Foti riporta anche un altro caso, accaduto “il primo maggio 2015, in occasione dell’inaugurazione di Expo, presente e consenziente il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, quando le parole dell’inno ‘siam pronti alla morte…l’Italia chiamò’ furono sostituite da ‘siamo pronti alla vita… l’Italia chiamò’”.
“Pare evidente – conclude Foti – che non può né deve essere permesso storpiare l’inno nazionale con modifiche non gradite e non richieste, con l’evidente obiettivo di piegare le parole che lo compongono a esigenze della politica o a altre finalità strumentali”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(ac)