E’ legge la fusione tra Mirabello e Sant’Agostino, in provincia di Ferrara: dal primo gennaio 2017 al posto dei due capoluoghi ci sarà il comune unico di Terre del Reno. È quanto ha deciso l’Assemblea legislativa approvando all’unanimità il testo istitutivo del nuovo ente.
“Soddisfazione per quello che era solo un progetto e adesso diventa realtà dopo referendum” è stata espressa da Marcella Zappaterra (Pd) relatrice di maggioranza del progetto di legge. “I cittadini – ha ricordato – hanno deciso a larga maggioranza a favore del progetto fortemente voluto dalle amministrazioni”. Lo studio di fattibilità ha obiettivi chiari – ha detto- assicurare ai cittadini il miglioramento dei servizi garantendo il decentramento nell’erogazione, una migliore organizzazione del personale, maggiori economie di scala nella gestione delle risorse. Il nuovo comune tra l’altro avrà un maggiore peso nel contesto istituzionale rispetto a due comuni separati. Naturalmente ci saranno anche benefici finanziari ma– ha avvisato Zappaterra– “certamente non è stato questo il motivo principale che ha indotto ad aderire alla fusione. Il grande merito– ha precisato- è stato quello di riuscire a lavorare per tempo e condividere i contenuti dello studio di fattibilità. Spero oggi si possa lavorare per l’avvio del nuovo comune e per far aver ai cittadini meno disagi possibili”.
Per Massimiliano Pompignoli (Lega nord, relatore di minoranza del provvedimento) i cittadini hanno scelto, pertanto “questo progetto avrà il nostro voto a favore” ha detto, precisando in generale le sue perplessità sulle fusioni. “Sarebbe opportuno prima di avviare il percorso per lo studio di fattibilità ascoltare i cittadini in via anticipata”. Contestando poi quanto affermato da Zappaterra Pompignoli ha anche sottolineato che “in realtà l’incentivo economico è fattore determinante per le scelte dei Comuni”. A suo avviso quindi andrebbe modificata la legge sulle fusioni e il referendum dovrebbe essere la base di partenza del percorso e non il punto di arrivo.
Voto favorevole “per il rispetto della volontà popolare” anche da Marco Pettazzoni (Lega nord) che ha comunque invitato ad una lettura dei dati del referendum in chiave non entusiastica: “Non direi che ci sia stata una larga maggioranza di favorevoli-ha osservato- visto che a Mirabello ci sono state 12 preferenze per il sì in più rispetto ai no”. Critiche anche al percorso partecipativo che ha prodotto una affluenza media del 35%, “non tale da poter invocare il successo vero e proprio”. Parlando poi dei contributi, in risposta a quanto affermato dalla consigliera Zappaterra “è chiaro che iniezioni di liquidità danno una forte spinta e sicuramente hanno mosso gli amministratori”. Ecco perché andrebbe rivista la legge sulle fusioni che a suo avviso presenta “gravi pecche”. La fusione tra Mirabello e Sant’Agostino– ha infine fatto notare Pettazzoni- “nasce zoppa. Nell’approssimarsi del referendum- ha ricordato- il Comune più grosso si trovava commissariato, senza un sindaco che potesse fare la sua parte. Probabilmente la mancanza di amministrazione in quel Comune ha fatto la differenza nel voto”.
Andrea Bertani (M5s) annunciando voto favorevole ha ricordato che quello tra Mirabello e Sant’Agostino è l’unico caso di fusione in cui cittadini si sono espressi favorevolmente, mentre nell’insieme i risultati dei referendum sulle 6 fusioni di comuni “ci danno un’indicazione importante sul fatto che il metodo che si sta perseguendo non funziona”. I cittadini– ha detto- vanno coinvolti e il processo deve partire dal basso, perché altrimenti le risposte saranno dei no. La legge sulle fusioni– ha poi criticato- contiene profili che allontaneranno sempre più il risultato del sì, chiediamo di riflettere sulle modifiche introdotte recentemente”.
Igor Taruffi (Sel) ha ricordato che i percorsi di fusione partono su iniziativa dei consigli comunali. Abbiamo sempre risposto a richieste che provenivano dai territori che spesso non erano dello stesso colore politico della maggioranza in Regione”, ha detto, suggerendo che forse l’analisi dovrebbe riguardare l’avvio del processo. “Noi pensiamo che le fusioni vadano sostenute incentivate e non imposte, forse quando le amministrazioni decidono per l’avvio dei percorsi dovrebbero farlo con maggiore cautela. Sarebbe utile un referendum preventivo in modo che la Regione sia coinvolta quando i cittadini si sono già espressi”.
Per Alan Fabbri (Lega nord) il referendum ha permesso un risultato positivo. “C’è stata una grande riflessione da lontano, generata da un clima non partitico, anche se sull’affluenza, in media attorno al 35%, non si è raggiunto l’obiettivo. In generale sulle fusioni “dubito che la gente si faccia abbindolare da facili slogan, è importante che si faccia una riflessione generale sull’assetto istituzionale dello Stato e allora i cittadini potranno scegliere”. Fabbri ha quindi criticato i tempi di presentazione in Aula del testo per l’approvazione, visto che il nuovo comune dovrebbe partire dal primo gennaio. “Non credo ci sia paternità di nessun partito politico sulla fusione. Vorrei dire agli amministratori del Pd di non cercare chi ha vinto o perso ma cerchiamo di fare con velocità tutti gli adempimenti”.
Mirabello e Sant’Agostino appartengono, assieme a Bondeno, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico e Cento, all’Unione Alto ferrarese. Il nuovo Comune unico ‘Terre del Reno’, con una popolazione di circa 10.200 abitanti, potrà contare su un contributo annuale da parte della Regione di 180 mila euro all’anno per quindici anni e un ulteriore finanziamento regionale straordinario, in conto capitale, di 150 mila euro all’anno per un triennio, a titolo di compartecipazione alle spese iniziali. A tali importi va aggiunto un contributo statale di 774.290 euro all’anno per un decennio.
(Isabella Scandaletti)