“Risulta che l’Ausl di Reggio Emilia stia utilizzando, all’interno del Pronto soccorso pediatrico, medici di Continuità assistenziale, che vengono selezionati sia tra i medici titolari che tra incaricati a tempo determinato e sostituti” e risulta anche che “la gran parte dei medici non sia in possesso di specializzazione in pediatria” e del “corso di formazione specifica in Medicina generale”. Lo scrive Giulia Gibertoni (Mov5stelle) in un’interrogazione rivolta alla Giunta, dove evidenzia che la stessa Ausl “avrebbe creato una sotto-graduatoria tra i medici già operanti nel servizio di Continuità assistenziale, escludendo, di fatto, medici potenzialmente specialisti in materia”. La consigliera vuole quindi conoscere i motivi per cui “le attività orarie di specialistica non siano state pubblicate secondo l’Acn (Accordo collettivo nazionale) per i medici specialisti ambulatoriali interni alla branca di pediatria” e chiede quale valutazione si esprima sul fatto che si investono “risorse pubbliche nella formazione di medici che non hanno alcuna garanzia di continuità di rapporto perché privi di titolo di formazione specifica in medicina generale e/o pediatria, comportando, l’assenza di titolo, la mancata possibilità di accesso a titolarità di incarico per graduatoria”.
Gibertoni, infine, chiede quale sia il motivo per cui risulta che “gli esiti delle visite mediche eseguite dai medici di Continuità assistenziale, escano su carta intestata del Pronto soccorso e registrati come normali utenti di Pronto soccorso”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)
(Cesare Cicognani)