COMUNICATO
Ambiente e territorio

Casa. Da proprietà indivisa a individuale, approvati criteri e modalità per l’autorizzazione della Regione/ foto

Affrontati i temi della restituzione dei contributi ottenuti dalla Regione per costruire gli alloggi e della loro futura destinazione

“Sì” unanime dell’Aula alla delibera che prevede le procedure e le condizioni “per il rilascio dell’autorizzazione alla cessione in proprietà degli alloggi realizzati con contributi pubblici”. Si tratta di un nuovo tassello del percorso di riforma iniziato con l’approvazione della legge 11/2016 (“Modifiche legislative in materia di politiche sociali, abitative….”) che ha modificato la legge 24 /2001 (“Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo”). La legge 11 prevede, tra l’altro, la riforma della proprietà indivisa. Con l’atto approvato nella seduta odierna si completa questo percorso stabilendo criteri e modalità per l’autorizzazione da parte della Regione a trasformare la proprietà indivisa in individuale, quando i costruttori, siano essi cooperative o imprese private, ne facciano domanda a fronte di una richiesta dei soci o degli inquilini ad acquistare l’alloggio di cui sono locatari. Affrontato anche il problema dei costruttori in fase concorsuale. In questo caso, si stabilisce che è sufficiente il 50 per cento degli assegnatari, soci o inquilini, invece del 100 per cento, che richiedano l’autorizzazione ad acquistare. C’è poi il tema della restituzione dei contributi ottenuti dalla Regione per la costruzione degli alloggi. Nella delibera approvata si determinano anche le modalità per la restituzione di tali contributi. Le risorse finanziarie che deriveranno dalla restituzione dei contributi saranno poi destinate a finanziare programmi per ampliare l’offerta di abitazioni in locazione permanente o a termine a canone ridotto, ad assicurare il sostegno finanziario ai nuclei meno abbienti per abitazioni in locazione e a favorire l’acquisto della prima casa.

“La ratio del provvedimento, che riguarda tante famiglie dell’Emilia-Romagna, – spiega Luca Sabattini (Pd) – non è incentivare la divisione della proprietà, ma chiarire le procedure. Non si tratta quindi di incentivare le cooperative a procedere al depauperamento del patrimonio abitativo, ma facilitare quegli operatori che decidano di procedere alla divisione degli alloggi o che si trovino in difficoltà”. Il consigliere cita poi un altro punto nodale della modifica normativa, ripreso da questo atto: si tratta della garanzia data agli assegnatari di alloggi di proprietà di cooperative già in fallimento di non perdere il loro diritto a quell’abitazione.

“Non si può non evidenziare, trattando questo tema, – chiosa Fabio Rainieri (Lega nord) – la responsabilità di una certa parte politica sulla situazione di certe cooperative lasciate in mano ad amministratori incompetenti, di cui un pessimo esempio è stato registrato proprio a Parma con la cooperativa Di Vittorio che ha creato non pochi problemi agli assegnatari di alloggi. Il tema trattato è comunque da risolvere senza richiamarsi a un colore politico: questo atto, quindi, ci trova consenzienti perché mette in tranquillità le persone coinvolte”.

In dichiarazione di voto, Raffaella Sensoli, assicurando il voto favorevole del M5s, ribadisce che non si può tacere sul “tipo di gestione fallimentare” di certo mondo cooperativo “che ha messo in difficoltà tante persone”. Sono evidenti – aggiunge – gli “enormi danni derivanti dallo stretto rapporto tra politica e cooperazione. Bene quindi che si sia messo un fermo a situazioni critiche che coinvolgevano tanti cittadini”.

Questo tema ha riguardato e tuttora riguarda migliaia di cittadini, – evidenzia Igor Taruffi (Sel), dichiarando il voto favorevole- con conseguenze che, per gravità, non sono inferiori a situazioni di crisi in altri settori, come quello bancario. Per questo- conclude- credo che sarà opportuno continuare a lavorarvi.

Dopo il ‘sì’ all’atto da parte di Marco Pettazzoni (Lega nord), è nuovamente intervenuto Sabattini (Pd) con la richiesta di “evitare polemiche sul sistema cooperativo in senso generale”. Ci sono situazioni ben gestite– sottolinea– altre no, come in tutte le tipologie imprenditoriali. Dichiarando poi il voto positivo del Pd, il consigliere evidenzia che “non tutti i problemi sono sciolti, ma si tratta di un passo avanti per risolvere le situazioni più complesse e chiarire meglio i prossimi obiettivi, avendo individuato la strada giusta”.

Tommaso Foti (Fdi-An), infine, riconosce che non serve un’operazione di salvataggio a tutto il sistema cooperativo: anche al suo interno- afferma– c’è stato chi si è comportato in modo avveduto e chi no, chi si è voluto allargare troppo e chi, invece, ha fatto tesoro del principio ‘piccolo è bello’. Pur dichiarando il voto favorevole all’atto, il consigliere critica la “scarsa chiarezza” di uno dei tre emendamenti presentati, su cui si è astenuto, che potrebbe ingenerare, a suo avviso, problemi per l’applicazione delle direttive.

Sul testo della delibera, sono infatti stati presentati tre emendamenti, tutti approvati a maggioranza.

(Antonella Celletti)

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