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Agricoltura. Gruppo Lega nord: monitorare costantemente uso pesticidi e favorire metodi coltivazione biologici

In un’interrogazione, di cui è primo firmatario Fabio Rainieri, i consiglieri evidenziano la “pericolosità” di alimenti per la compresenza di più pesticidi e chiedono di rendere pubblico l’impatto sanitario associato all’uso di prodotti fitosanitari in Emilia-Romagna   

La Giunta regionale provveda a monitorare costantemente, come previsto dal Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile del prodotti fitosanitari, l’utilizzo dei pesticidi incluso il glifosato, evitando di incentivarne l’uso anche attraverso misure previste nel Programma di sviluppo rurale, favorendo le aziende agricole che usano metodi di coltivazione biologici o analoghi, agevolando forme di contatto diretto tra consumatori e produttori, offrendo agli agricoltori anche assistenza tecnica e formazione sui metodi di agricoltura biologica e conservativa.

E’ questa una delle richieste contenute in un’interrogazione del gruppo della Lega nord (primo firmatario Fabio Rainieri), dove sono riportate notizie sulla sicurezza dei prodotti alimentari. Nel dossier “Stop pesticidi” di Legambiente – si legge nel testo – del gennaio 2017, “sulla base dell’ultima relazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare Efsa, è stato rilevato che i prodotti italiani sono 22 volte più sicuri di quelli extracomunitari per quanto riguarda il contenuto di residui chimici”. “L’invasione di prodotti alimentari provenienti dall’estero – prosegue – aumenta il rischio per i consumatori in quanto lo 0,3% dei prodotti made in Italy contiene residui chimici oltre il limite mentre la percentuale sale al 1,6% nei prodotti di origine comunitaria e addirittura al 6,5% nei campioni analizzati di prodotti provenienti da paesi extra UE”.

“La ‘classifica dei cibi più pericolosi’, elaborata dalla Coldiretti sulla base del Rapporto del Ministero della Salute sul sistema di allerta europeo sui pesticidi, – riportano i consiglieri –  vede in testa per pericolosità le spezie provenienti dall’India, il peperoncino, fichi secchi e peperoni provenienti dalla Turchia, la quasi totalità della frutta e verdura egiziana, le olive, fragole, broccoli e funghi provenienti dalla Cina, il pollame proveniente dalla Polonia e il pesce spagnolo e vietnamita”.

“L’Italia – aggiungono – è al terzo posto nella vendita di pesticidi (16,2%) dopo Spagna (19,9%) e Francia (19%) e al secondo per l’impiego di fungicidi. I risultati analitici su campioni di origine italiana e estera mostrano la presenza di multiresiduo, compresenza di più pesticidi nel medesimo campione alimentare, e irregolarità negli stessi campioni”.

“In Emilia Romagna – rilevano i firmatari – il multiresiduo raggiunge il 46,1% di presenza nelle insalate; le lattughe e i pomodori sono gli alimenti che evidenziano la maggior concentrazione con 11 residui diversi. Per quanto riguarda la frutta, il multiresiduo interessa l’81,6% delle fragole analizzate, mentre le ciliegie e l’uva sultanina sono gli alimenti che presentano il maggior numero di residui nello stesso campione, rispettivamente 13 e 14.  In totale sono 15 le irregolarità rilevate dai laboratori regionali. Tutti i campioni hanno provenienza italiana, di cui 8 sono pere locali e irregolari per il superamento di Cloroprofam e altri 7 campioni del comparto verdura”.

Ma non basta. Gli esponenti della Lega segnalano anche che “più del 70% delle acque superficiali sono inquinate da fitofarmaci”, con “effetti gravi sulla salute umana, sulla biodiversità dell’ecosistema acquatico e sulle specie sensibili” e rilevano che “non c’è ancora una regolamentazione specifica rispetto al problema del simultaneo impiego di più principi attivi sul medesimo prodotto, quindi si possono definire regolari e commercializzabili prodotti contaminati da più principi chimici in contemporanea se con concentrazioni entro i limiti di legge, senza tenere conto dei possibili aspetti sinergici tra le sostanze chimiche presenti nello stesso campione sulla salute della persona e sull’ambiente”.

Rainieri e colleghi chiedono quindi alla Giunta se intenda valutare l’impatto sanitario associato all’uso dei prodotti fitosanitari nella nostra regione e renderlo pubblico e la invitano a regolare in modo maggiormente restrittivo l’uso di prodotti fitosanitari tossici o nocivi nelle aree agricole adiacenti alle aree extra-agricole frequentate dalla popolazione.

Hanno sottoscritto l’interrogazione, oltre a Rainieri: Alan Fabbri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Stefano Bargi, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)

(Antonella Celletti)

 

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