Il nuovo progetto di legge regionale a “sostegno dell’editoria locale” è stato oggi al centro dei lavori della commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, presieduta da Giuseppe Paruolo. Il testo di iniziativa assembleare è firmato da Giorgio Pruccoli (primo firmatario e relatore) e da numerosi altri consiglieri del Partito Democratico.
Il principale obiettivo della proposta – ha spiegato lo stesso Pruccoli – è quello di fornire risposte alle diverse segnalazioni di disagi che fin dalla scorsa legislatura sono emersi dal settore dell’editoria locale. La contrazione dei finanziamenti nazionali e la riduzione degli introiti derivanti dalla raccolta pubblicitaria – ha detto – hanno creato una situazione di difficoltà nel comparto e la messa in pericolo dell’attività informativa. Qusta proposta di legge – ha spedificato – si basa sul principio che l’informazione è un presidio di democrazia e partecipazione attiva dei cittadini. A partire da questa considerazione il testo si propone quindi di “sostenere lo sviluppo e la crescita del sistema dell’informazione in ambito locale, favorendo e consolidando il pluralismo dei centri di informazione”. Sono, pertanto, previsti interventi che tendono a: favorire l’innovazione organizzativa e tecnologica, salvaguardando al contempo i livelli occupazionali; contrastare la precarizzazione del lavoro giornalistico, tutelandone la qualità e la professionalità; incentivare l’avvio di imprese di giovani giornalisti. Il testo definisce gli ambiti delle imprese potenzialmente beneficiarie degli interventi della Regione (emittenza radiofonica e televisiva, editoria locale, agenzie di stampa, testate web). Fra i requisiti che le imprese dovranno necessariamente dimostrare per accedere a contributi e altri incentivi è previsto che il personale che svolge attività giornalistica sia iscritto all’Albo dei giornalisti e abbia un rapporto di lavoro “disciplinato secondo la contrattazione collettiva del comparto o retribuito mediante equo compenso e in regime di correttezza retributiva e contributiva”. Inoltre, dovrà esserci una significativa quota di informazione locale autoprodotta. Sono esclusi gli editori di televendite, quelli che trasmettono o promuovono programmi vietati ai minori, nonché le imprese riconducibili a partiti e movimenti politici, organizzazioni sindacali, professionali e di categoria.
E’ quindi prevista l’istituzione, da parte della Regione, dell’Elenco di merito degli operatori economici che svolgono la propria attività nel settore dell’editoria locale (con iscrizione su base volontaria) a cui attribuire “ulteriori misure premiali definite dalla Giunta”. La gestione sarà affidata al Corecom. Ulteriori novità: gli incentivi per il sostegno all’avvio di imprese di giovani giornalisti e i cofinanziamenti della vendita alle medio-piccole imprese emiliano-romagnole di spazi pubblicitari a tariffe regolamentate e agevolate.
Il progetto di legge sarà al centro di un’udienza conoscitiva convocata dalla Commissione Cultura giovedì 16 marzo alle ore 10.00 per un confronto con gli addetti ai lavori che potranno presentare un contributo di osservazioni e pareri sul testo in discussione.
Molto critico sul testo Gian Luca Sassi (M5s). Pluralismo e libertà di informazione per noi – ha detto – non sono sinonimi. Sul finanziamento pubblico all’editoria abbiamo fatto un “V Day”. Il giornalismo dovrebbe essere il controllore del potere, ma finché la politica fornisce sostegno all’editoria esercita una forma di controllo e questo non consente totale libertà. Questo progetto di legge privilegia chi stabilizza con contratti fissi, chi produce lavoro e questa è una buona cosa, ma non è abbastanza forte da impedire, come è già successo, la creazione di cooperative con collaboratori pagati con i voucher.
Gianni Bessi (Pd) ha sottolineato due aspetti importanti del nuovo testo: da una parte il fatto che l’assegnazione delle risorse sia vincolata alla presentazione di un progetto editoriale che comprende anche un passaggio sulla storia e le tradizioni locali per la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico; dall’altra il fatto che i progetti saranno valutati anche sotto il profilo della valorizzazione delle risorse umane.
Katia Tarasconi (Pd) in risposta alle critiche sollevate dall’esponente del M5s ha sottolineato “siamo qui a discutere un progetto di legge che parla di equo compenso e che cerca di aiutare a consolidare il pluralismo dei centri di informazione. Sollevare dubbi sul fatto che questo testo venga fatto per dare contributi a qualcuno che poi ti debba compiacere in qualche modo, lo trovo poco dignitoso per Assemblea legislativa”.
Per Tommaso Foti (Fdi-An) non ci sono particolari preclusioni al sostegno economico alle imprese che fanno informazione, semmai ci sarebbe da vedere se si debba effettivamente escludere quelle collegate a organizzazioni politiche. L’importante – ha comunque ribadito ricordando di aver presentato una quindicina di emendamenti a riguardo – è che ci siano regole chiare e trasparenti sull’assegnazione delle risorse e sulla scelta dei beneficiari.
“Se il finanziamento avvenisse in modo non trasparente sarei preoccupato- ha ribadito Giuseppe Boschini (Pd)- ma è proprio la presenza di criteri trasparenti che ci fa reputare buono questo progetto di legge”. La proposta – ha detto – mira a garantire il pluralismo nell’editoria, che è la forma concreta con cui si realizza libertà nell’informazione. Considerando il rischio di pericolose concentrazioni, va dimostrato che lasciando totalmente il settore al potere economico ci sarebbe il massimo di pluralismo.
Oltre a Pruccoli hanno firmato il progetto di legge i consiglieri Pd: Gianni Bessi, Giuseppe Boschini, Stefano Caliandro, Paolo Calvano, Enrico Campedelli, Barbara Lori, Lia Montalti, Roberto Poli, Valentina Ravaioli, Manuela Rontini, Luca Sabattini, Luciana Serri, Katia Tarasconi, Marcella Zappaterra, Paolo Zoffoli.
(Isabella Scandaletti)