“Legittima difesa” al centro di una proposta di legge alle Camere del gruppo della Lega nord (primo firmatario Matteo Rancan), con cui si punta a modificare l’articolo 52 del codice penale “prevedendo una presunzione di legittima difesa per gli atti diretti a respingere l’ingresso, mediante effrazione, di sconosciuti in un’abitazione privata o presso un’attività commerciale professionale o imprenditoriale con violenza o minaccia di uso di armi”.
Il testo, composto da quattro articoli, si intitola “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa e di aggravamento delle pene per i reati di furto nelle abitazioni e furto con strappo” e prende spunto da episodi – si legge nella relazione che lo accompagna – che “ci mettono davanti a una realtà di una violenza sconosciuta: incursioni, anche notturne, in abitazioni o in attività commerciali realizzate con una violenza che non risparmia neppure anziani o bambini e che spesso sfociano in esiti mortali per gli aggrediti”.
“La repressione e la prevenzione dei reati – scrivono i consiglieri – spettano innanzitutto allo Stato, ma è necessario predisporre strumenti adeguati di tutela, nei casi in cui ci sia un pericolo imminente e l’impossibilità di scongiurarlo attraverso il tempestivo intervento delle forze dell’ordine”. A tale scopo il codice penale contempla l’istituto della legittima difesa, ma l’articolo 52, che la prevede, “appare insufficiente – spiegano – a garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui richiede, affinché ricorra la legittima difesa, la proporzionalità tra difesa e offesa”.
La proposta della Lega è quindi quella di modificare “la proporzionalità tra difesa e offesa, non perché non si condivida la necessità di evitare reazioni spropositate per attacchi privi di una reale offensività”, ma perché questa previsione “si è nei fatti tradotta, anche attraverso la sua interpretazione giurisprudenziale, in una sostanziale inapplicabilità dell’esimente in esame. Si è perciò fatta avanti nell’opinione pubblica la convinzione che difendersi possa paradossalmente far passare l’aggredito dalla parte del torto”.
Altri obiettivi del provvedimento, quello di “reprimere efficacemente il reato di furto in abitazione, con la modifica dell’articolo 624-bis del codice penale, con un aumento del minimo e del massimo” della pena. Per rendere effettive le misure proposte – si legge ancora nella relazione – si stabilisce di modificare, “in caso di condanna, l’articolo 165 del codice penale, prevedendo che la sospensione condizionale della pena per il reo sia subordinata al pagamento integrale alla parte offesa del risarcimento del danno” e “si prevede l’esclusione dai benefici stabiliti dalla legge 354/1975, sull’ordinamento penitenziario, per chi è stato condannato per il reato previsto e punito dall’articolo 624-bis del codice penale”.
Oltre a Rancan, hanno sottoscritto il provvedimento: Alan Fabbri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Fabio Rainieri, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)