“Si procede con rispetto per il ruolo dei sindaci, ma il nostro obiettivo è quello di far rispettare la legge”. Roberta Mori, presidente della commissione per la Parità e i Diritti delle persone ha presentato oggi i dati di aggiornamento ricevuti dal Difensore civico dell’Emilia-Romagna, Gianluca Gardini, sull’applicazione della cosiddetta ‘Legge Delrio’ (L. 56/2014) in base alla quale nelle Giunte comunali “nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”. Per segnalare la necessità di conformarsi alla norma, nel novembre scorso il Difensore civico dell’Emilia-Romagna, in stretta collaborazione con la presidente della commissione per la Parità, aveva inviato una lettera a tutti i Comuni emiliano-romagnoli sopra i 3.000 abitanti.
“Il nostro impegno -ha detto Mori- inizia a dare risultati ma ci sono ancora realtà che non si adeguano. Sui 13 comuni che risultavano inadempienti a metà febbraio, 4 si sono attivati, in seguito all’intervento del Difensore civico, per adeguare la composizione della Giunta. A Castelfranco Emilia in provincia di Modena (come già in precedenza a Baiso, nel reggiano, e ad Altoreno Terme, nel bolognese) il sindaco si è messo in regola nominando una donna nell’esecutivo, a Casina (Reggio) è stato fatto un bando pubblico e sulla base degli esiti sono state nominate due assessore. Anche a Brisighella (Ravenna) è stato indetto un bando di selezione pubblica ma al momento non sono state trovate candidate rispondenti ai requisiti. Infine a Granarolo (Bologna)– come ha spiegato il sindaco al Difensore civico- il genere femminile è divenuto sottorappresentato in seguito alle dimissioni di due assessore, le cui deleghe state assunte dal Primo cittadino, dopo aver esperito ogni tentativo utile per trovare candidate di sesso femminile disponibili.
Tra i Comuni che ad oggi non hanno adeguato la composizione della Giunta, senza aver fornito alcuna motivazione, ci sono Modena (unico comune capoluogo di provincia), Bomporto e Zocca, sempre nel modenese; Minerbio (Bologna), Saludecio (Rimini), Polesine Zibello (Parma), Borgonovo Val Tidone (Piacenza), Tresigallo, e sempre nel ferrarese, Lagosanto. Nel caso di Lagosanto il genere sottorappresentato è quello maschile.
“La legge – ha precisato Mori – non prevede sanzioni ma è strettamente vincolante per i sindaci e le sindache cui competono le nomine in Giunta”. Come ha chiarito lo stesso Difensore civico dell’Emilia-Romagna, il rispetto della quota di genere nella composizione della Giunta comunale rappresenta un “ineludibile parametro di legittimità” per gli atti della stessa Giunta comunale, che diversamente potrebbero essere invalidati in caso di ricorso. “Continueremo quindi a tener monitorata la situazione”, ha concluso la presidente.
(Isabella Scandaletti)