COMUNICATO
Sanità e welfare

Welfare. Gibertoni (M5s): Giunta riformuli reddito di solidarietà, così è “semplice assistenzialismo”

Sia il Governo, che la Regione, a parere della consigliera, dovrebbero prendere esempio dal reddito di cittadinanza proposto dal M5s, così da evitare “spreco di denaro pubblico senza produrre risultati”  

“Nella foga di clonare il reddito di cittadinanza proposta dal M5s, il Governo e le Regioni continuano a proporre misure che richiamano questo progetto, ma che, nei fatti, realizzano interventi legislativi che non ne conseguono minimamente gli intenti”, tanto che, “dopo pochi mesi di vita, queste misure vengono riformulate e, in alcuni casi, superate da altri interventi legislativi”.

E’ questa l’opinione di Giulia Gibertoni (M5s) che, in un’interrogazione, ricorda che “il Governo ha annunciato di recente il reddito di inclusione (Rei), che riguarderà circa 2 milioni di persone e sarà destinato anche a chi ha casa di proprietà. Il tetto sarà di 485 euro al mese, che si continueranno a percepire anche una volta trovato lavoro, ma solo per qualche mese”. Lo si fa passare, “come è già stato fatto in Emilia-Romagna per il reddito di solidarietà (Res), per una misura universale, ma le risorse economiche – spiega la consigliera –  indicate nel Def (1,2 miliardi per il 2017 e 1,7 miliardi per il 2018) dimostrano che si tratta di somme insufficienti per una manovra di questo tipo”.

Di qui, la richiesta alla Giunta di riformulare il provvedimento regionale, rispondendo in maniera adeguata ai bisogni di chi è sotto la soglia di povertà “con una nuova disciplina che prenda a riferimento la proposta di reddito di cittadinanza, evitando forme di assistenzialismo che sprecano denaro pubblico senza produrre risultati sul piano del superamento dello stato di bisogno”.

“Tra i criteri previsti nel testo di questa copia malriuscita del reddito di cittadinanza, – spiega Gibertoni – c’è una nuova versione della valutazione economica del soggetto richiedente costituita da un Isee doppio rispetto a quella stabilita per il Sia (sostegno per l’inclusione attiva) e, a livello regionale, in Emilia-Romagna, dal reddito di solidarietà, tenendo conto del reddito effettivamente disponibile, cosicché avranno diritto al beneficio anche coloro che possiedono l’immobile in cui abitano ma versano comunque in stato di povertà: la soglia Isee prevista da questa nuova misura non dovrà essere superiore ai 6mila euro”.

“L’obiettivo dichiarato del reddito di inclusione, – aggiunge –  rispetto ad altre tipologie di sostegno, è quella di superare la logica assistenziale muovendosi verso il reinserimento sociale e lavorativo. Di fatto, tuttavia, nell’affermare questo obiettivo, troppo ambizioso rispetto al suo potenziale, si svela la vera natura assistenzialistica delle misure finora introdotte a livello nazionale e regionale”.

Gibertoni chiede quindi di conoscere quali siano le azioni messe in atto dall’approvazione del Res, in particolare presso i centri per l’impiego, e di sapere per quale ragione non si sia voluto dare ai singoli Comuni la possibilità di integrare e modificare localmente il Res regionale.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)

(Antonella Celletti)

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