COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Sanità Reggio. Coop dubbiosa su nigeriana che voleva abortire? M5s: ricordare i loro obblighi

L’interrogazione di Sassi e Sensoli prende spunto dalla vicenda di una giovane non assistita dall’ente perché perplesso sull’interruzione volontaria di gravidanza

La Regione deve stilare un quadro degli obblighi che le strutture e le cooperative impegnate nell’accoglienza devono rispettare. A chiederlo in un’interrogazione sono Gianluca Sassi Raffaella Sensoli del Movimento 5 stelle. Lo fanno prendendo spunto da una vicenda, avvenuto nel Reggiano, che gli stessi consiglieri si augurano “abbia contorni diversi da quelli descritti”.

L’impresa sotto la lente di ingrandimento dei Cinque stelle è una cooperativa reggiana che, tra le altre attività, si occupa dei migranti. In particolare gestisce l’Ufficio stranieri del distretto di Castelnovo ne’ Monti. “Nell’ospedale di Reggio Emilia- scrivono i pentastellati- una giovane nigeriana pochi giorni fa si è rivolta all’ufficio stranieri della struttura sanitaria per essere inserita nella lista d’attesa per un’interruzione volontaria di gravidanza. Il personale, vedendola spaesata e in grande difficoltà avrebbe contattato la cooperativa responsabile dell’accoglienza per segnalare la necessità di una mediazione linguistica” viste le difficoltà di comunicazione. “Dalla cooperativa- continua l’atto ispettivo- sarebbe arrivata una risposta sorprendente: non accompagna le donne che intendono interrompere la gravidanza perché non condivide la scelta e quindi le lascia gestire la situazione da sole”.

Dopo aver ricordato nell’interrogazione che le cittadine straniere hanno diritto a “parità di condizione delle italiane”, i consiglieri chiedono alla giunta: “Se ritenga ammissibile la possibilità di procedere, rispetto agli interventi previsti dalla legge 194 del 1978, a obiezioni di coscienza di struttura, in particolare per realtà impegnate in servizi di accoglienza e mediazione e non di carattere sanitario”. Nel caso in cui la situazione venisse confermata, Sassi e Sensoli domandano se la Regione “intenda richiamare la struttura ad una piena, reale e leale collaborazione con il sistema pubblico, anche rispetto al processo a monte dell’interruzione volontaria di gravidanza e se intenda richiedere alle associazioni cooperative di riferimento di svolgere nei confronti delle proprie associate un’azione di richiamo al rispetto della legalità e delle normative proprie di uno Stato laico”.

Infine i consiglieri propongono di definire assieme agli Enti locali e al Ministero dell’Interno e della Salute, “un quadro di indicazioni per le cooperative e le strutture impegnate nelle attività di accoglienza e mediazione finalizzato a ricordare gli obblighi cui queste sono sottoposte nello svolgimento delle proprie attività”.

(Andrea Perini)

Parità, diritti e partecipazione