Ambiente e territorio

Ambiente Modena-Reggio. Ricerca idrocarburi in area “Fantozza”, Sassi (M5s): Basta permessi. Costi: in prima linea per sicurezza

L’autorizzazione per ricerca nell’area del cratere del terremoto che coinvolge una decina di comuni è al centro di un’interrogazione a risposta immediata del consigliere 5stelle

“La Regione si impegni nella tutela delle coltivazioni agroalimentari che sono l’eccellenza dei nostri territori e non della coltivazione di idrocarburi”. È l’invito fatto in Aula alla Giunta regionale, durante il question time, da Gian Luca Sassi (M5s) firmatario di una interrogazione sul progetto di ricerca di idrocarburi che una società statunitense si appresterebbe a realizzare in una zona del cratere del sisma del 2012, denominata ‘Fantozza’, che coinvolge un’area di 102,3 chilometri quadrati e una decina di comuni tra le province di Reggio Emilia e Modena.

Al consigliere, che ha criticato una “mancanza di trasparenza” da parte della Regione, l’assessore alle attività produttive Palma Costi ha precisato che “le procedure in materia estrattiva sono condotte nel massimo della partecipazione prevista dalle norme e con particolare attenzione al rapporto con gli enti locali e le popolazioni interessate. Anche in questo caso – ha detto – abbiamo dato disponibilità ai sindaci di fare un incontro in loco al fine di dare le informazioni utili e necessarie affinché tutti possano farsi un’opinione corretta e non distorta da opinioni politiche spesso strumentali su queste tematiche”. L’incontro, che si è tenuto in aprile scorso, – ha poi ribadito Costi – “si è concentrato sull’informazione circa il permesso di ricerca e sui passaggi ancora necessari per l’autorizzazione di questa prima parte in quanto, pur limitandosi ad indagini geologiche di superficie, non ha ancora completato l’iter autorizzatorio da parte dell’organismo ministeriale competente, oltre a necessitare del passaggio obbligatorio dell’avviso di avvio di procedimento ai proprietari dei terreni coinvolti che possono accettare o rifiutare”. Per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini e dei territori rispetto alle attività estrattive, l’assessore ha poi assicurato che “la Regione è in prima linea. Abbiamo un sistema di regole condivise – ha chiarito – che innalzato notevolmente l’asticella della qualità”.

“Sinceramente -ha commentato Sassi- non mi risulta ci sia stato tutto questo coinvolgimento, altrimenti non si capirebbe perché si sono costituiti i comitati per chiedere alla Regione di tornare sui suoi passi. Sappiamo che l’azienda in questione non è un ente accademico e quella della Fantozza -ha ribadito- non è una attività di studio e di ricerca finalizzata alla migliore conoscenza degli aspetti geologici di quel territorio, bensì è strettamente finalizzata all’estrazione di idrocarburi e di questo obiettivo costituisce solo un primo passaggio. Alla fine il business sarà l’estrazione e non è detto che non possano minare i prodotti enogastronomici che costituiscono quell’eccellenza di cui la Regione si fa vanto”. Non si può puntare sul territorio e le sue ricchezze -ha criticato- e poi permettere un impatto ambientale di questo tipo. Il consigliere ha quindi sottolineato che l’Emilia-Romagna “detiene da anni il primato sia delle concessioni di coltivazione di idrocarburi (36 in terraferma e 39 sul sottofondo marino) sia per numero di permessi di ricerca (31 più 9 nel Mare Adriatico). Serve più coraggio, la Giunta regionale – ha concluso – si faccia portavoce al ministero perché questo tipo di concessioni non venga più approvato”.

(Isabella Scandaletti)

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