L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità due risoluzioni, presentate rispettivamente dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle per promuovere azioni a sostegno dell’invecchiamento attivo e per la sperimentazione di progetti di cohousing (coabitazione sociale) tra persone di età diverse.
Di fronte all’aumento della popolazione anziana e alle ricadute che ciò comporta in termini di pianificazione delle politiche di intervento, in entrambi i documenti si chiede alla Regione di farsi promotrici di approcci innovativi.
Si tratta di progettare politiche attive che superino la visione assistenziale, rafforzando l’autonomia e l’indipendenza personale. Per questo – ha detto Nadia Rossi, prima firmataria della risoluzione Pd – è necessario che la programmazione regionale superi completamente una visione settoriale e approcci il tema dell’invecchiamento attivo nella sua globalità. Una direzione che – ha sottolineato Rossi – la Regione sta già seguendo attraverso l’elaborazione del Piano d’azione regionale per la popolazione anziana. Nella risoluzione del Pd si impegna pertanto la Giunta a incrementare i momenti di coordinamento e sinergia fra i diversi strumenti di programmazione attivi a favore dell’età anziana nell’ottica di una completa integrazione. Nell’atto si chiede poi di valorizzare in ogni contesto la cultura dell’invecchiamento attivo come nuova modalità di approccio a un’età caratterizzata non solo da bisogni, ma anche e ancora più dal diritto di concorrere allo sviluppo della società e di poter decidere autonomamente la propria vita.
Il documento oltre che da Nadia Rossi è firmato da Stefano Caliandro, Luca Sabattini, Manuela Rontini, Enrico Campedelli, Ottavia Soncini, Antonio Mumolo, Roberto Poli, Miko Bagnari e Paolo Zoffoli.
Nel secondo atto d’indirizzo approvato all’unanimità dall’aula e presentato dai consiglieri del Movimento 5 stelle (primo firmatario Andrea Bertani) si impegna poi la Giunta regionale a valutare la sperimentazione di progetti di “cohousing” o “abitare collaborativo” in cui anziani, famiglie e studenti, sotto lo stesso tetto o in appartamenti separati, possono condividere non solo spazi ma anche un’esperienza di vita.
Sono oltre 1 milione gli anziani residenti in Emilia-Romagna (il 23,4% della popolazione) – ha ricordato Raffaella Sensoli – l’aspettativa di vita si sta allungando ed è perciò necessario trovare soluzioni di assistenza non invasiva economicamente sostenibili che consentano una vita autonoma. Spesso gli anziani autosufficienti si trovano a fronteggiare la solitudine che si traduce nel timore di vivere da soli. Quello della coabitazione “intergenerazionale” rappresenta un esperimento interessante che mette in contatto esperienze di vita differenti e offre nuove forme abitative.
(Isabella Scandaletti)