“Mi rammarica che Piacenza, che è sempre stata un buon esempio di civiltà, sia alla ribalta della cronaca nazionale per il gravissimo episodio avvenuto nell’asilo nido della Farnesiana, e lo dico da mamma più che da politica”. Esordisce così la consigliera regionale Pd che ha presentato oggi in Aula un’interrogazione a risposta immediata sul caso di maltrattamento di alcuni bambini da parte di due educatrici, arrestate in flagranza di reato la settimana scorsa. La consigliera condivide “il pensiero dell’assessore Gualmini rimarcando il fatto che si debba tornare a parlare dell’opportunità di installare telecamere di controllo”. E aggiunge: “Ne discuteremo al più presto in commissione, per aprirsi alla possibilità, da parte delle strutture pubbliche e private che lo richiedono, di dotarsi di un sistema di videosorveglianza”, anche se “siamo ben consapevoli che le telecamere non rappresentino l’unica soluzione e, correlatamente a questo, si dovrebbero mettere a sistema una serie di azioni”. “Bisognerebbe puntare di più sulla formazione degli educatori- continua la consigliera- sul controllo delle strutture che curano i nostri bambini, anziani e persone fragili”.
Dura la condanna anche da parte dalla Giunta che conferma: “La tecnologia non può sostituire il lavoro d’equipe. Strumenti di videosorveglianza continua, oltre a minare il rapporto di fiducia con chi lavora seriamente, possono essere installati solo dopo accordi sindacali. Fermo restando che in caso di minimo sospetto possono essere fornite telecamere” così come è avvenuto a Piacenza, “verrà introdotto l’obbligo di non assumere persone condannate o che abbiano patteggiato per reati di maltrattamento e corsi di formazione per la prevenzione dello stress”.
(Francesca Mezzadri)