Via libera dalle commissioni Cultura, scuola, formazione, lavoro, presieduta da Giuseppe Paruolo, e per la Parità e i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, (sì del Pd, astenuti M5s e misto-MdP), al parere che riguarda la Comunicazione e la Proposta di direttiva della Commissione europea in materia di “equilibrio tra attività professionale e vita famigliare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano”. Il pacchetto di misure presentate dalla Commissione europea – si legge nella nota tecnica del gruppo di lavoro regionale sulla fase ascendente del diritto UE – parte dal presupposto che “il mondo del lavoro risulta ancora caratterizzato da un divario di genere marcato: le donne hanno infatti un tasso di occupazione e un livello di retribuzione, che si trasforma poi in divario pensionistico, inferiori rispetto a quello degli uomini”. Elementi, questi, che sarebbero “fortemente penalizzanti per l’affermazione della parità di genere”, oltre ad avere ricadute negative dal punto di vista economico.
Il parere approvato analizza e formula una serie di osservazioni su queste prime misure attuative del “Pilastro europeo per i diritti sociali”, che ha come obiettivi quello di “migliorare l’accesso ai meccanismi per conciliare attività lavorativa e famigliare attraverso congedi e modalità di lavoro flessibili” e quello di “aumentare il numero di uomini che si avvalgono di congedi per motivi famigliari e di modalità di lavoro flessibile, garantendo quindi a entrambi i generi le medesime opportunità nel mercato del lavoro e attuando il principio di parità tra uomo e donna”.
Al centro dell’iniziativa della Commissione europea e del parere approvato dalle commissioni assembleari c’è il problema della sotto rappresentanza delle donne nel mercato del lavoro, come conseguenza del fatto che è su di loro che grava la maggior parte della responsabilità genitoriale e della necessità di prestare assistenza ai famigliari. La Commissione europea, quindi, propone una serie di azioni sia legislative che non legislative, che, agendo in settori considerati prioritari, hanno l’obiettivo di favorire la conciliazione tra attività professionali e cure parentali, con particolare attenzione ai congedi per motivi famigliari, alle modalità di lavoro flessibile e ai servizi di assistenza ed educativi per l’infanzia e a lungo termine. Si tratta di interventi che coinvolgono trasversalmente diverse aree: dalla parità di genere, alle politiche di conciliazione, dai servizi per l’infanzia alla responsabilità sociale d’impresa, tutti settori in cui la Regione può intervenire a supporto di queste politiche. Il parere approvato sarà trasmesso alla commissione Bilancio per l’adozione della risoluzione finale di indirizzo.
Nel corso del dibattito, sono state accolte tre modifiche al testo proposte da Giuseppe Paruolo (Pd), che sostiene l’eliminazione di discriminazioni che producano ingiuste differenze, ma punta anche a valorizzare in positivo le specificità di genere. La battaglia contro gli stereotipi, insomma, è da tenere distinta dalla libertà di scelta di un percorso che valorizzi le peculiarità della persona. Sul piano della comunicazione, il consigliere ha proposto che sia evidenziato il contrasto all’”oggettificazione” delle persone nella pubblicità.
Anche Raffaella Sensoli (M5s) ha proposto alcuni emendamenti che saranno oggetto di confronto tra i gruppi assembleari e ripresentate in sede di commissione Bilancio.
Silvia Prodi (misto-MdP) punta il dito sugli ostacoli che impediscono la crescita e la diffusione di una cultura paritaria e che condizionano, tra l’altro, anche le scelte occupazionali. L’esempio portato è quello delle scuole dell’infanzia dove il 97% delle insegnanti è donna e non sempre per vocazione, servono quindi correttivi che superino questo gap.
A parere di Roberta Mori (Pd) i “principi non sono mai assoluti, ma è vero che gli stereotipi di ruolo condizionano fortemente le scelte”. La consigliera, ricordando l’attenzione prestata a questi temi fin dalla passata legislatura, ha detto di apprezzare i contributi che hanno portato alla stesura di un testo che traduce auspici in concetti concreti, che puntano a cambiamenti profondi sul piano della parità e dei diritti.
(Antonella Celletti)