Oltre 150 pagine per raccontare il dialogo tra persone (detenute) di diversa fede religiosa a confronto sulla Costituzione della Repubblica italiana, anche attraverso la comparazione con le leggi fondamentali di stati arabi.
Perché regole e dialogo sono meglio di integralismo e fanatismo? Perché il confronto multietnico è antidoto al proselitismo dell’integralismo terroristico religioso? Domande cui gli autori del libro rispondono attraverso i principi contenuti nella Costituzione.
Partendo da uno dei luoghi “più a rischio” come è il carcere, Diritti Doveri Solidarietà – Diario di bordo prova a dare risposte a quesiti fondamentali per la coesione delle nostre comunità e racconta della navigazione complessa, ma intensa, realizzata nel corso della “scuola in carcere”. Un’attività educativa e di dialogo, all’interno della casa circondariale della Dozza a Bologna, avvenuta in questi anni grazie all’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna, al Garante delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna e a numerosi docenti dell’Università di Bologna e del Centro per l’istruzione per adulti – Cpia Metropolitano di Bologna, e coordinata da padre Ignazio.
Il volume, autoprodotto dal Garante e dall’Assemblea, racconta di un viaggio tra le diverse culture, il loro rapporto con le “regole”, per comprendere come i detenuti stranieri hanno scoperto e apprezzato il valore della nostra Costituzione. Una riflessione che parte da un’esperienza di per sé negativa, come la reclusione, e si trasforma in una possibilità di insegnamento, un vaccino contro l’eversione e la devianza integralista.
Nelle oltre 150 pagine di “Diritti Doveri Solidarietà – Diario di bordo” c’è un racconto i cui protagonisti sono gli educatori che hanno varcato le sbarre per parlare di diritti delle donne, di rispetto della persona umana, di distinzione tra peccato e reato, tra stato e confessioni religiose. Si vedono i volti degli insegnanti che hanno dedicato ore a spiegare cosa sia la “giusta pena” e il reinserimento nella società. Poi ci sono loro, i detenuti che hanno partecipato a questi percorsi. Storie diverse di donne e di uomini con tante domande e a cui gli operatori e i volontari cercano di dare risposte.
“Questo volume è dedicato alla memoria di Pier Cesare Bori, docente dell’Università di Bologna di indubbia sensibilità che per primo promosse e realizzò tra detenuti di diversa confessione religiosa una serie di conversazioni per conoscersi e capirsi meglio”, spiega Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che ricorda come “due anni fa, con l’allora Garante per i detenuti Desi Bruno decidemmo che di quelle lezioni doveva rimanere traccia scritta: un modo per testimoniare le discussioni tra diversi mondi sui temi fondamentali della convivenza civile regolata dalle leggi emanate dalle rispettive istituzioni. Libero parlamento laico in Italia e legge della sharia nei paesi musulmani. Diritti Doveri Solidarietà – Diario di bordo è il filo razionale tra la Costituzione italiana e quelle nate dalle primavere arabe. È il modo per conoscersi e capirsi meglio”.
Sulla stessa linea anche Marcello Marighelli, attuale Garante regionale delle persone private della libertà personale, che ricorda come questo volume vuole provare a dare la risposta a una domanda molto complessa: “Come vivere- scrive Marighelli nell’introduzione- in una società di diversi? Diverse posizioni, diverse esigenze anche legittime, ma in conflitto. Una navigazione non facile in cui però ‘l’universalità dei diritti’, il comune sentire del lavoro, il ‘fa agli altri ciò che vuoi sia fatto a te’ sono buoni punti di riferimento e portano avanti la nave con tutto il suo equipaggio”. Marighelli, ringrazia il suo predecessore, Desi Bruno, per aver ideato, iniziato e portato avanti per anni il progetto da cui nasce questo volume.