Il no della Corte europea dei diritti dell’uomo a sottoporre il piccolo Charlie Gard ad un ultimo trattamento sperimentale negli Stati Uniti, “in nessun caso può essere giustificato facendo appello al suo attuale stato di sofferenza”. Lo dichiara Enrico Aimi (Forza Italia) in una risoluzione firmata con Galeazzo Bignami per impegnare la Giunta a portare il caso all’attenzione della Conferenza Stato Regioni, e sollecitare il governo italiano a farsi parte diligente nei confronti di quello britannico.
Il consigliere fa riferimento alla “terribile vicenda” del bambino inglese, gravemente malato, di di dieci mesi che, “dopo una battaglia estenuante da parte dei genitori contro il giudizio emesso da tre differenti Corti inglesi, sarà presto accompagnato alla morte con il distacco dalla macchina che ne assicura la ventilazione meccanica”.
I ricorsi dei genitori sono stati respinti sulla base delle valutazioni dei medici: il viaggio e il prolungarsi del supporto vitale avrebbero solo causato altre sofferenze al bambino e non avrebbero portato a realistiche possibilità di miglioramento delle sue condizioni. Anche se “è possibile che la terapia sperimentale non dia i risultati attesi dai medici,” afferma Aimi “è altrettanto vero che la preclusione dell’accesso alla stessa è stata motivata sia nel nome dell’inutilità, sia in quello della necessità di risparmiargli quelle sofferenze ulteriori che il prolungare la vita in tali condizione potrebbe generare”.
Con questa decisione si è deciso di avallare, secondo Aimi, “una forma di eutanasia passiva che non tiene conto del principio di tutela del minore”, né dell’interesse del bambino – che dovrebbe essere quello di “assicurargli un’esistenza il più possibile degna, mediante opportuna strategia antalgica che permetta di tenere sotto controllo il dolore” nel caso in cui non risulti possibile accedere al protocollo sperimentale negli Stati Uniti.
“E’ quanto mai curioso questo nuovo modello culturale dove si ritiene che sia legittimo che a decidere siano i medici, senza coinvolgimento alcuno dei genitori” denuncia Aimi che punta il dito verso “la crescente medicalizzazione delle malattie” e la “cultura aziendalistica che fa dell’efficientismo il suo primario obiettivo e ingigantisce di conseguenza il numero di quelli che, marginalizzati a ragione delle loro aspettative di vita, sono identificati come scarti da eliminare, e non come esseri umani”. Per questo Aimi chiede alla Regione di “invitare governo inglese a fare tutto il possibile affinché al piccolo Charlie non venga spezzata la vita e tolta ogni speranza ai genitori”.
(Francesca Mezzadri)
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