Seduta congiunta delle commissioni “Politiche per la salute e politiche sociali”, presieduta da Paolo Zoffoli, “Cultura scuola formazione lavoro sport e legalità”, presieduta da Giuseppe Paruolo, e “per la Parità e per i diritti delle persone”, presieduta da Roberta Mori, riunite in sede consultiva, sul parere relativo alla Comunicazione della Commissione europea “Istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali”. Il Pilastro europeo dei diritti sociali è stato presentato dalla Commissione europea per dare attuazione all’impegno assunto nel discorso sullo stato dell’Unione nel settembre 2015 di ‘intensificare i lavori per un mercato del lavoro equo e veramente paneuropeo’ ed è una delle iniziative segnalate nella Sessione europea dell’Assemblea legislativa di quest’anno.
“Il Pilastro ha quindi l’obiettivo di rafforzare la dimensione sociale della UE con la definizione di una serie di diritti e principi che, grazie all’azione dei diversi livelli istituzionali (europeo, statale, regionale) dovrebbero diventare patrimonio comune dei cittadini europei”. Il Pilastro sancisce “20 principi e diritti che si articolano in tre categorie: 1) pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; 2) condizioni di lavoro eque; 3) protezione e inclusione sociali”. Queste tre aree di intervento – è scritto nel parere – “consentono all’Unione europea di intervenire nei limiti stabiliti dalle norme del Trattato sul funzionamento della UE: si tratta quindi di settori in cui la competenza dell’Unione, rispetto agli Stati membri, è concorrente o di supporto. In queste aree, inoltre, anche sul piano interno, si intrecciano competenze dello Stato e delle Regioni”, serve quindi una “forte integrazione dell’azione dei diversi soggetti coinvolti e il coinvolgimento attivo delle Regioni fin dalla costruzione e dalla programmazione delle politiche”. Nel parere si evidenziano anche alcune perplessità: se infatti la proposta della Commissione europea è “assolutamente condivisibile in termini obiettivi e di valori di riferimento”, “meno chiaro è il piano di azione che si intende mettere in campo per concretizzarli” e “non appare chiaro come potrebbe conciliarsi il rafforzamento della dimensione sociale della UE con un ridimensionamento della politica di coesione sia in termini di obiettivi da raggiungere che di finanziamenti”.
La Regione Emilia-Romagna – si legge – è comunque “in linea, negli ambiti di competenza regionale, con la maggior parte delle indicazioni previste” nel documento europeo, oltre a ciò, “il mantenimento degli standard raggiunti dalla Regione e l’attuazione di politiche sociali innovative sono strettamente connessi a come sarà ripensata l’Europa post 2020”.
Sul parere esprime voto favorevole il Pd (astenuto Antonio Mumolo critico su una modifica al testo apportata da un emendamento) e si astengono Lega, M5s e Forza Italia: il documento così approvato sarà trasmesso alla commissione Bilancio per l’adozione della risoluzione finale di indirizzo.
In sede di confronto sul parere, sono stati presentati tre emendamenti al testo da Paruolo (Pd), due approvati a maggioranza, uno ritirato, e due (respinti a maggioranza) da Raffaella Sensoli (M5s). Sensoli, in particolare, stigmatizza che alle parole non corrispondano poi i fatti. Nel parere si afferma, infatti, che la Regione è “in linea” con le indicazioni del documento europeo, ma quando “si esce dal Palazzo e dalle statistiche, la realtà appare diversa” sul piano delle pari opportunità, delle condizioni di lavoro eque e sulla protezione sociale. Posizione sostenuta anche da Gian Luca Sassi (M5s) che stigmatizza il fatto che la Regione, pur non avendo competenze sul lavoro, abbia promulgato il “Patto per il lavoro”, ma poi “non apre bocca” quando certi “lavoratori sono usati come merce di scambio e messi sotto ricatto” come accade in alcuni outlet. “Inutile quindi parlare di qualità del lavoro e qualità sociale della vita dei lavoratori se poi succedono queste cose”. Sui due emendamenti del M5s esprime parere contrario per il Pd Francesca Marchetti, che “non ne condivide la filosofia rispetto alle politiche regionali”. Nel dibattito interviene, in tema di immigrazione, anche Daniele Marchetti della Lega nord.
Mori, a margine della seduta, ribadisce di “ritenere importante il continuo scambio di riflessione e proposte tra Europa e le Regioni per rafforzare la politica di coesione dal basso, attraverso un impegno autentico per rendere effettivi i diritti e altrettanto chiari i doveri delle cittadine e dei cittadini europei. Sui temi della parità, in particolare, sarà fondamentale garantire l’equilibrio tra vita familiare e attività lavorativa, assicurando buona e diffusa occupazione per tutti”.
(Antonella Celletti)